La transizione ecologica passa anche dell’allevamento. Quello intensivo è causa di ingenti emissioni di gas serra che hanno contribuito a rendere l’agricoltura il terzo settore più inquinante, dopo energia e processi industriali. Ma l’alternativa non può certo essere la carne sintetica che cancella il ruolo degli agricoltori e delle comunità locali nella produzione del cibo e che potrebbe portare al definitivo abbandono d’intere aree del nostro Paese. L’unico modello di allevamento che rispetta il benessere degli animali, l’ambiente e la biodiversità è il biologico e biodinamico fondato sul rapporto tra allevamento animale e produzione vegetale per mantenere e incrementare la fertilità del suolo.
Il seminario “Zootecnia italiana. Perché il futuro non può che essere biologico” punta ad approfondire i motivi che fanno del biologico, basato sul legame animale-natura e perfetto esempio di economia circolare, la scelta migliore per rispondere a una domanda di consumo che guarda sempre di più alla sostenibilità.
Sui temi del seminario interverranno Maria Grazia Mammuccini, Presidente di FederBio, che illustrerà i benefici economici, sociali e ambientali legati al modello di allevamento biologico. Marcello Volanti, medico veterinario, farà un punto sugli standard e sull’etologia dell’allevamento biologico, sottolineando come i processi di trasformazione non siano riproducibili in laboratorio.
Raffaella Ponzio di Slow Food Italia si concentrerà sulla posizione contraria ai cibi sintetici, privi di quelle radici territoriali che rappresentano l’eccellenza dell’agroalimentare italiano e sono la base indispensabile per un cibo buono, pulito e giusto.
Eduardo Cuoco, Direttore IFOAM OE, si soffermerà su strategie e sfide per lo sviluppo della zootecnia biologica in Europa, mentre Felice Adinolfi, dell’Università di Bologna, parlando di cibo e futuro, svelerà le false promesse degli alimenti coltivati in laboratorio. Chiuderà l’incontro Marco Paravicini, Vicepresidente FederBio, che analizzerà la zootecnia dell’azienda biodinamica, un vero modello di economia circolare.
Il seminario “Zootecnia italiana. Perché il futuro non può che essere biologico” è un evento realizzato nell’ambito della campagna Being Organic in Eu, promossa da FederBio in collaborazione con Naturland e cofinanziata dall’Unione europea ai sensi del Reg. EU n.1144/2014
“Tra allevamenti intensivi e la carne ottenuta attraverso processi di laboratorio, la vera alternativa è il modello biologico, paradigma di riferimento per l’intera zootecnia italiana, che risponde alla crescente sensibilità dei cittadini per il benessere degli animali e il rispetto dell’ambiente – commenta Maria Grazia Mammuccini, Presidente di FederBio – La carne sintetica è decisamente in contrasto con la tradizione e la cultura agroalimentare del nostro Paese. Affidare ai laboratori la produzione di alimenti non è la risposta giusta alle esigenze alimentari attuali e future. La zootecnia biologica, grazie a pratiche sostenibili, contribuisce invece a preservare la biodiversità e a mitigare i cambiamenti climatici. Riteniamo dunque fondamentale sostenere lo sviluppo del settore in quanto, attualmente, gli allevamenti bio non riescono a rispondere alla crescente domanda di carne biologica. Potrebbe essere una straordinaria occasione per l’allevamento biologico di porsi come modello per l’intera zootecnia italiana e per una strategia finalizzata anche alla valorizzazione delle aree interne”
BEING ORGANIC in EU
Choose the European Organic Leaf for a better world.
Il progetto BEING ORGANIC in EU è una campagna di promozione proposta da FederBio in collaborazione con Naturland cofinanziata dall’Unione Europea ai sensi del regolamento UE n.1144/2014 e prevede un insieme articolato di azioni con l’obiettivo di migliorare la conoscenza, il prestigio e il consumo dei prodotti ortofrutticoli biologici verso i due paesi target: Italia e Germania. “BEING ORGANIC in EU” mira a contribuire ad un sistema agroalimentare sostenibile a sostegno del “Green Deal Europeo” e delle strategie “Farm to Fork” e “Biodiversità 2030” per favorire un sistema alimentare etico, salutare, resiliente dal punto di vista climatico ed ecologico e a mettere in risalto le caratteristiche virtuose dell’agricoltura biologica europea, sia in termini di qualità del prodotto sia di sostenibilità, dalla produzione primaria fino al consumatore. Per queste ragioni le iniziative messe in campo dal progetto sono del tutto in linea con gli obiettivi dell’“European Green Deal” e le sue strategie e funzionali alla realizzazione dal “Piano d’azione europeo per lo sviluppo dell’agricoltura biologica”.