Il 2013 è stato un anno di transizione, in cui non ci sono stati spostamenti marcati o grandi discontinuità, ma in cui la tensione competitiva ha continuato a crescere e il quadro normativo a svilupparsi, dagli obblighi sui pagamenti elettronici alla consultazione sullo schema di Provvedimento in emissione da parte del Garante dei Dati Personali. Crediamo che nel prossimo anno questa tensione inizierà a scaricarsi a terra, con l’apertura di nuove iniziative commerciali, e con la possibilità di misurare l’accoglienza del mercato». Un bilancio di attesa ma carico di tante aspettative positive è quello che esce dalle parole di Valeria Portale, responsabile della ricerca dell'Osservatorio Mobile Payment & Commerce del Politecnico di Milano, che - giunti al suo quinto anno di attività (e di rilevazione) - hanno appena presentato i risultati dell'annuale ricerca sull'andamento dei pagamenti in mobilità in Italia.
Un mondo in profonda evoluzione, tanto che «per valutare il peso delle nuove modalità di pagamento rispetto al più tradizionale mondo dei pagamenti elettronici con carta in punto vendita», spiega Alessandro Perego, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Mobile Payment & Commerce, «abbiamo coniato un'espressione nuova, i New Digital Payment, che comprendono l’e-commerce, gli e-payment, il mobile payment e mobile ommerce nelle sue varie componenti e il mobile Pos».
15 miliardi nel 2013
Un pacchetto di soluzioni tecnologiche attraverso il quale sono transitati, nel 2013, circa 15 miliardi di euro (mentre ammontano a 135 miliardi di euro i pagamenti con carte “fisiche” su Pos tradizionali), e le proiezioni dicono che questo valore triplicherà da qui al 2016 «anche grazie al contributo dei fenomeni nuovi», continua Perego, «in primis il mobile proximity payment, ovvero il pagamento nei negozi mediante smartphone, una modalità attualmente in fase di sperimentazione con le Sim Nfc non ancora distribuite capillarmente».
Un sistema che potrebbe rappresentare, una volta entrato nella routine dei pagamenti e nelle abitudini tanto dei clienti quanto dei commercianti (immaginiamoci le potenzialità se diventasse strumento diffuso nella grande distribuzione, per esempio...), una decisiva svolta.
Anche i big della tecnologia entrano in gioco
Per il mobile proximity payment il 2013 è stato infatti un anno di sperimentazione, come evidenzia la ricerca: telco e banche hanno avviato tavoli di discussione per consolidare gli standard, definire gli aspetti di user experience comune e, infine, stipulare gli accordi commerciali tra i player coinvolti. «L’apparente situazione di stallo», osservano i ricercatori lanciando un'esortazione, «deve essere spezzata con un’azione decisa da parte della filiera dell’offerta che, in questi anni, ha costruito ormai tutti i tasselli per esprimere una convincente offerta commerciale. Partire dal pagamento nella Gdo è a nostro avviso la scelta giusta: è la fase più standardizzata del processo commerciale e costituisce il più naturale punto di integrazione con i processi e le tecnologie già utilizzati dai retailer. È certo, e per molti versi auspicabile, che modelli di mobile proximity alternativi a quelli basati sulla tecnologia Nfc - Sim based si diffonderanno presto, dando però enfasi ad altri servizi piuttosto che al pagamento».
Un settore che ha già attirato anche le brame di operatori cosiddetti "over the top", ovvero che non fanno parte in maniera specifica del mercato dei pagamenti: si sta parlando insomma di realtà come Google, Apple, Facebook, Paypal, Amazon eccetera, soggetti che, osservano dal Politecnico, «renderanno questo mercato più dinamico e innovativo; la contropartita è il rischio di una eccessiva frammentazione».
Pos contactless
Per quanto riguarda i numeri e gli scenari, la ricerca è come al solito molto ricca. Limitandoci all'analisi delle soluzioni più innovative, si nota come stia crescendo la rete di accettazione dei Pos abilitati al contactless (150.000 Pos a fine 2013, quintuplicati rispetto al 2012 e pari all’11% dei Pos bancari installati). I primi dati confermano che questa innovazione è utilizzata prevalentemente nei micro-pagamenti (scontrino medio 25 euro), producendo un positivo effetto di sostituzione del contante.
E-commerce e E-payment
L’e-commerce in Italia cresce con un incremento annuo del 20% circa e ha raggiunto a fine 2013, secondo le stime dell’Osservatorio eCommerce B2c, i 12 miliardi di euro. Oltre il 92% del transato e-commerce avviene tramite carte di credito o prepagate o PayPal. L’introduzione di strumenti innovativi, come, ad esempio, MyBank e la soluzione di Sofort – che consentono di utilizzare il bonifico bancario direttamente nel processo di acquisto online – o la soluzione di pagamento online proposta dal circuito nazionale PagoBancomat, potrà allargare la base di potenziali utilizzatori (oggi circa 14 milioni di italiani).
A poco meno di 2 miliardi di euro ammonta il valore dell’e-payment, che include i pagamenti di ricariche, bollette, tasse e multe attraverso sistemi online. Il Decreto Sviluppo Bis, che obbliga la PA a ricevere pagamenti in formato elettronico, ne incentiverà la crescita negli enti locali.
Cambiano anche le abitudini legate a tanti micropagamenti presenti nella vita quotidiana. Per esempio, la diffusione di servizi di mobile remote payment di beni e servizi, applicati ai pagamenti delle soste e all’acquisto dei biglietti dell’autobus, ha compensato la decrescita delle cariche telefoniche attivate da mobile e mantiene questo tipo di canale di pagamento stabile con un valore attorno ai 120 milioni. Trasporti e parcheggi si confermano le soluzioni di maggior successo spinte dall’apertura della normativa che consente di utilizzare il credito telefonico per il pagamento.
Mobile payment & commerce
«Osservando i numeri generati dal mobile payment & commerce in Italia, si evince chiaramente che il consumatore sta iniziando ad adottarlo laddove ne coglie concretamente la funzionalità», spiega Valeria Portale. «In particolare in quelle occasioni d’uso in cui il servizio mobile consente ad esempio di non dover cercare un’edicola per acquistare un biglietto del tram - e infatti oltre 1,5 milioni di biglietti del bus sono stati venduti nel 2013 -, non doversi recare in posta per pagare un bollettino - oltre 200 mila bollettini pagati da cellulare -, poter accedere a vendite time–based anche in mobilità; infatti, per alcuni siti, il mobile arriva a rappresentare oltre il 20% del transato complessivo». (fonte: Bancaforte.it)