E’ pronta per il download su Oracle Technology Network la versione definitiva di Oracle Database 12c. Nonostante la numerazione progressiva che denota l’evidente maturità, Oracle Database 12c si pone come pietra miliare e innovativa, perchè introduce la nuova architettura multitenant, con la ‘c’ di cloud che identifica l’ambiente naturale di utilizzo del db Oracle. Una novità tanto attesa quanto preannunciata, basta tornare anche solo di pochi mesi indietro nel tempo, quando a Oracle Open World 2012, in ottobre, a S. Francisco, Larry Ellison aveva già illuminato la platea con la roadmap della nuova creatura che nel nome stesso svela il core delle novità proposte.
Così infatti aveva detto Ellison: “La prossima versione del nostro database, sarà ‘pluggable’, un db predisposto per la multitenancy e ideale per gli ambienti cloud, perché facile da gestire, nato per favorire lo spostamento di dati attraverso le piattaforme e i sistemi”. Tutti accontentati. In pratica con questa versione Oracle sposta il supporto multitenancy dal livello applicativo direttamente nel db in perfetta coerenza con il modello Saas. Inevitabile e conseguente a questo annuncio quello relativo ai sistemi di Cloud Management con Oracle Enterprise Manager 12c (il componente incaricato in toto della gestione dei plugged db, e della creazione di nuove istanze) che arriva alla terza release dopo il primo annuncio (ottobre 2011). E allora vediamo in dettaglio le novità più importanti.
Fabio Spoletini, Country Leader Technology in Oracle Italia vuole sottolineare l’importanza del progetto, nell’enfasi di un rapido flash-back: “Abbiamo iniziato a pensare Oracle Database 12c ben cinque anni fa, solo nove anni fa parlavamo di Oracle Database 9i, dove la lettera ‘i’ introdotta per la prima volta sulla versione 8 stava a indicare le priorità architetturali richieste dal mondo di Internet. Con la versione 10 abbiamo cambiato anche la lettera di accompagnamento in ‘g’ (grid) che ha trovato massima espressione nel Grid Application Cluster con cui abbiamo introdotto il concetto di grid su architetture low-cost Intel/Linux. Dopo la versione 11g abbiamo ingegnerizzato l’hardware con la componente database, ed è nata Exadata, in grado di supportare carichi OLTP e data warehouse insieme”.
Il nuovo database ha la stessa dignità di importanza di questi annunci quindi, con le sue 500 nuove e rinnovate caratteristiche, pensate sulla base delle sollecitazioni raccolte dal programma Oracle Customer Advisory Board, e testate su oltre 3.000 sistemi. Cinque i focus di sviluppo: l’innesto naturale del db in un’infrastruttura cloud e la sua gestione; la necessità di non perdere il patrimonio relazionale dei dati, ma di affiancare ad esso le potenzialità legate ai Big Data; l’ottimizzazione dello storage in relazione all’accesso al dato; la sicurezza; la protezione del dato e l’ottimizzazione del flusso dati in un’ottica di disaster recovery.
Oracle database 12c, cosa significa multitenant
Torniamo allora al centro dell’annuncio, alla caratteristica multitenant di Oracle Database 12c che rappresenta la più alta possibilità di consolidamento in ambiente cloud e la principale caratteristica della nuova release. Portare la multitenancy a livello di db vuol dire avere un unico programma su cui innestare i vari contenitori di dati, un’unica istanza su cui inserire le varie basi dati. Prima, ogni diversa istanza necessitava di una propria infrastruttura contenitiva hardware, oggi un’unica istanza ospita i contenitori di dati delle diverse applicazioni. La prospettiva di Spoletini: “Poter tenere isolate le basi dati in multi-tenancy – pur condividendo la medesima istanza, in una gestione semplificata – significa poter consolidare l’infrastruttura database attraverso il controllo di un solo programma con una conseguente impennata del Roi”.
Spettano a Enrico Proserpio, Pre-Sales Director Technology, i dettagli tecnici: “Dopo aver virtualizzato i server su un hypervisor, si può consolidare facendo lavorare un cluster di database su un’infrastruttura condivisa, ma così in pratica si inscatola la complessità in un unico ambiente per quanto esso sia stato reso omogeneo. Fino ad oggi con Database 11g si poteva realizzare uno ‘schema consolidation’, di questo tipo, ma intervenendo necessariamente sull’applicazione, modificandola, quindi ancora a livello applicativo”. Con Database 12c questa operazione di consolidamento si realizza attraverso il pluggable database, a livello di db. Con un unico container di db si infrange ora il vecchio paradigma e, a parità di infrastruttura, si possono finalmente gestire molti più dabase ‘pluggati’, come ama dire Proserpio, ma ancora tutti separati, quindi con il massimo della sicurezza e della flessibilità.
I database possono essere di applicativi diversi (Data Warehouse, Crm e Erp, per esempio), possono beneficiare di risorse specifiche assegnate, secondo la volontà dell’amministratore – tramite gli strumenti di gestione di Resource Management integrati – beneficiano della semplificazione nella distribuzione delle patch e degli update, e con un unico eseguibile l’utente otterrà l’aggiornamento anche dei db pluggati.
In fase di backup, si procederà con il salvataggio del container, che implicherà il backup di tutti i db sovrastanti, con la possibilità però di applicare Pointing Time Recovery anche a uno solo dei database danneggiati. In fase di Disaster Recovery, Data Guard (che esiste dalla versione Database 8) permetterà con Db 12c di creare un altro database, riallineabile al primario, cui viene aggiunto tranquillamente un eventuale nuovo db inserito nell’infrastruttura; non solo, con un’intelligenza in grado di gestire le latenze di comunicazione anche fra database distanti migliaia di chilometri tra loro, ma rimanendo sempre all’interno di un sistema di allineamento sincrono (Fast-Sync). Oracle Database 12c integra infine a livello nativo e applicativo sia la funzionalità di Data Optimization, su una sorta di “hit-map” di accesso ai dati generata all’interno del db (quindi alleggerendo il lavoro dell’administrator, cui spetta solo il compito di assegnare delle policy), sia lo strumento di Redacting per il mascheramento dei dati secondo la profondità di accesso alle informazioni assegnata agli utenti.
Per quanto riguarda i Big Data, l’approccio di Oracle è quello di utilizzare strumenti opportuni per consentire di integrare dati da db relazionali, con dati da Hadoop (partnership con Caldera) e noSql per gestire quindi non solo i dati social, ma soprattutto quelli dell’Internet delle cose, in modo da consentire a Database 12c di generare un customer profile più esteso. Si parla di una serie di connettori in grado di valorizzare i dati strutturati, con l’integrazione di quelli provenienti da altre risorse.
Oracle presenterà al mercato italiano Database 12c in due date: il 9 luglio a Milano presso La Triennale, e a Roma l’11 luglio presso The Space Cinema – Roma Moderno. Sarà l’occasione anche per approfondire la possibilità di personalizzare il livello di servizio più adeguato al proprio db, spostandolo da un contenitore a un altro con un meccanismo unplugged/plugged senza dover riconfigurare l’applicazione, in perfetta coerenza con l’idea di aver innalzato il concetto di multitenancy dal livello applicativo a livello di database, in una sorta di self-service DBaas (DB As A Service). Gli incontri saranno occasione anche per conoscere meglio Platinum Support, attraverso cui Oracle offre un servizio proattivo di assistenza, dai dischi al database, su Exadata: al primo rilevamento di anomalia su una qualsiasi macchina Exadata installata in qualsiasi parte del mondo essa sia, questo servizio permette di condividere con tutti i clienti la conoscenza della criticità e il rimedio.