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Federdistribuzione: deflazione un pericolo per la ripresa. Stimolare i consumi con liberalizzazioni e riforme.

I dati provvisori per il mese di marzo diffusi oggi dall'Istat registrano un tasso complessivo di inflazione pari al -0,2% rispetto allo stesso mese del 2015, trainato ancora una volta dal ribasso dei beni energetici non regolamentati (-11,2%).
“L’Italia è ancora in deflazione, e questa non è una buona notizia – commenta Giovanni Cobolli Gigli (nella foto), Presidente di Federdistribuzione – Anche escludendo l’effetto dei beni energetici non regolamentati, l’inflazione è ferma al +0,4%, un valore che testimonia la debolezza della domanda interna, ancora incapace di stimolare un sostenuto cammino di crescita”.
“Il permanere, per il secondo mese consecutivo, di questa situazione di prezzi in calo – continua Cobolli Gigli - rischia di innescare quel circolo vizioso legato alla deflazione che porta i consumatori a rimandare i propri acquisti nell’attesa di ulteriori riduzioni dei prezzi, soprattutto per ciò che riguarda i beni non alimentari. Un effetto che potrebbe frenare, se non interrompere, l’ancora incerto percorso di uscita dalla crisi”
“Questo quadro di deflazione non deve peraltro aprire alla possibilità di ipotizzare aumenti dell’Iva, anche se ridotti rispetto alla piena applicazione delle clausole di salvaguardia, come alcune fonti di stampa hanno segnalato nei giorni scorsi. Sarebbe una ulteriore penalizzazione per i consumi, che invece andrebbero incentivati, attraverso liberalizzazione dei mercati e attuazione delle riforme, con effetti positivi anche dal punto di vista fiscale, per ridare fiducia alle persone e trasformare in consumi, attraverso scelte sempre attente e oculate, almeno parte dei risparmi che stanno aumentando” conclude il Presidente di Federdistribuzione.