Deloitte ha presentato la diciassettesima edizione dello Studio Global Powers of Retailing, analizzando i risultati di bilancio resi pubblici dai più grandi Retailers del mondo.
Secondo lo Studio realizzato da Deloitte Touche Tohmatsu Limited (DTTL) in collaborazione con Media STORES 2014 Global Powers of Retailing, il fatturato medio dei primi 250 Retailer ha superato i 17 miliardi di dollari.
Nonostante le difficili condizioni economiche, nell’ ultimo anno fiscale (che comprende il periodo da giugno 2012 a giugno 2013) i fatturati dei 250 più grandi Retailer mondiali hanno raggiunto i 4,3 trilioni di dollari.
Per la prima volta il Rapporto include anche una lista dei top 50 e-Retailer di tutto il mondo ed evidenzia che più di tre quarti di essi (39 aziende) fanno parte dei primi 250 Retailer a livello mondiale.
I disinvestimenti hanno modificato la classifica dei primi 10 Retailer mondiali
Durante l’ ultimo anno fiscale ci sono stati dei cambiamenti tra i 10 più grandi Retailer mondiali, a causa di una serie di disinvestimenti.
Nel suo complesso la top 10 è cresciuta più lentamente rispetto alla top 250: la crescita dei primi 10 Retailer è stata pari al 4,2% mentre nel complesso la crescita delle 250 aziende analizzate è stata pari al 4,9%. Mentre Wal-Mart ha incrementato la propria leadership, Carrefour — già secondo rivenditore più grande del mondo — è scesa al quarto posto in seguito ad un calo delle vendite principalmente attribuibile alla scissione della catena di hard discount del luglio 2011. Tesco, salito quest'anno al secondo posto, è stato invece influenzato dalle operazioni di dismissione delle sue divisioni Fresh & Easy negli Stati Uniti.
Crescono nettamente i Mercati Emergenti mentre l’Europa dipende sempre dai mercati stranieri
I Retailer con sede nei mercati emergenti hanno continuato a godere di una forte domanda dei consumatori per tutto l'anno fiscale 2012/13, a differenza di quelli operanti nei mercati maturi che hanno continuato a subire gli effetti della crisi in atto.
I Retailer dell’America Latina, dell’Africa e dei Paesi del Medio Oriente rappresentano più della metà (26) dei 50 “Fast-growing Retailer” di tutto il 2012.
In questo segmento troviamo quattro operatori russi, sei rivenditori Africa / Medio Oriente e sei dell’ America Latina.
“Le economie in via di sviluppo confermano il trend in essere da qualche anno e continuano a essere mercati molto promettenti al dettaglio", dichiara Dario Righetti, Partner Deloitte e responsabile Consumer Business per l’Italia.
"I rivenditori dell’ America Latina guidano la speciale classifica con il 15% di crescita dei ricavi di vendita al dettaglio, seguiti da quelli della regione Africa / Medio Oriente. Nelle economie emergenti i Retailer stanno adattando con successo le proprie strategie per rispondere adeguatamente alle esigenze crescenti della classe media che rappresenta sempre più un’ area critica con una forte domanda di beni di consumo che vanno dalle automobili, all'elettronica, ai prodotti per la cura personale "conclude Righetti.
I rivenditori europei hanno fronteggiato un altro anno difficile, caratterizzato dalla recessione provocata dall’applicazione delle misure di austerity attuate per far fronte alla crisi del credito dell'Eurozona e che hanno penalizzato la crescita producendo un’ alta disoccupazione in molti paesi europei.
I principali rivenditori tedeschi e in particolare del Regno Unito registrano performance peggiori rispetto ai 250 Top Retailer europei nel loro complesso. I Retailer dell’area Asia / Pacifico (Giappone escluso) hanno registrato invece solidi guadagni, ma non a doppia cifra come accaduto nei precedenti due anni. I Rivenditori giapponesi hanno recuperato da un anno fiscale 2011 devastante, ma hanno continuato a rincorrere gli altri Paesi e Regioni analizzate.
Negli Stati Uniti la crescita è passata dal 6,3% nell'anno fiscale 2011 al 4,3% nel 2012 per i retailer statunitensi inclusi nella Top 250. Per il Nord America e il Canada in particolare, la crescita dei ricavi è dovuta alla benefica spinta dei “c-store” e dei licenziatari “Alimentation Couche-Tard”. Come risultato di una significativa acquisizione nel 2012, Couche-Tard è ora il più grande rivenditore canadese.
I settori merceologici
Per quanto riguarda i diversi settori in cui operano i Retailer analizzati, secondo lo studio Deloitte, la redditività è migliorata in ogni settore merceologico, ma tra questi i Retailer della moda continuano a mostrare le performance migliori realizzando un incremento dei propri utili netti pari al 7,4%, ben al di sopra della media dei top250 ( 3,1%). I Fast Moving Consumer Goods (beni di largo consumo) invece confermano il trend positivo dell’ anno scorso registrando l’ incremento di fatturato maggiore tra i vari settori merceologici (+5,3%).
Top 250 dominata da e-Retailer
L’ E-commerce ha rappresentato una quota significativa dei ricavi totali di vendita al dettaglio: nell'anno fiscale 2012 in media quasi un terzo del fatturato delle Top e-50 proviene dal canale online (vengono considerate anche le “pure-play” e gli “e-retailer”). Si rileva che la stragrande maggioranza delle e-50 (42 aziende) nell’ e-retail ranking sono rivenditori multi-canale (solo otto invece sono un “non-store retailer” o “web-only retailer”) e la maggior parte dei rivenditori (28) sono basati negli Stati Uniti, 17 in Europa e solo 5 nei mercati emergenti.
L’ attività di e-commerce è stata analizzata anche per i top 250 nel loro complesso. Le Top 250 aziende che operano anche tramite e-commerce hanno generato nell' anno fiscale 2012una media del 7,7% delle loro vendite tramite il canale on-line. Da un punto di vista regionale, l’ e-commerce ha rappresentato la principale fonte di ricavi per i rivenditori del Nord America ma la meno rilevante per i rivenditori europei. Le vendite online sono cresciute molto velocemente per i rivenditori dell’ area Asia / Pacifico e molto lentamente per i rivenditori del Nord America.
L’Italia fra i top 250
Conad ed Esselunga, pur in presenza di un calo di fatturato, hanno guadagnato posizioni nella classifica generale: Conad è passata dal 78° al 71° posto, mentre Esselunga è salita di 3 posizioni fino al 122°.
Discorso opposto per Coop che ha chiuso l’anno fiscale 2012 con un fatturato in calo del 9%, arretrando di ben 5 posizioni nella classifica generale.
Nonostante l’alternanza di posizioni in classifica, le aziende italiane hanno comunque registrato a fine fiscal year 2012 un CAGR (crescita media nel periodo 2006-11) positivo: Esselunga +4,7%, Conad +5,9% e Coop +1%.
“A tal riguardo mi preme segnalare che da una indagine Deloitte condotta sugli 80 principali retailer italiani e dieci principali operatori europei, per il periodo 2008-12, si è evidenziata una sostanziale tenuta della redditività nel periodo. Infatti, il margine commerciale della Gdo (differenza tra ricavi e costo di acquisto dei prodotti venduti) è rimasto costante tra il 25.3% e il 25.6%, quasi due punti in più rispetto al campione internazionale (22,9% -22,8%).
Peraltro, in termini di analisi operativa (EBIT), si è registrata un’erosione del vantaggio sul margine commerciale poiché è risultata inferiore di due punti percentuali rispetto al campione internazionale (1,3% rispetto al 3,3%). Ritengo che questo divario confermi l’inefficienza operativa del sistema distributivo italiano, in parte dovuta ai problemi strutturali del nostro Paese (costo energia, trasporti, lavoro…) e in parte imputabile a inefficienze di processo e di organizzazione presenti nella moderna distribuzione (che peraltro numerosi manager della stessa GDO confermano).” continua il Partner di Deloitte.
“Ritengo altresì importante segnalare che a conferma degli spazi di miglioramento esistenti nel retail italiano i best performer (contraddistinti da scelte strategico gestionali più innovative e da più elevata efficienza operativa) raggiungono EBIT superiori al 7%, più elevati di quelli dei concorrenti attivi in Europa”.
Conclude Righetti: “Di fronte a questi numeri italiani ritengo fondamentale che industria e distribuzione promuovano congiuntamente azioni utili a contrastare l’erosione di redditività dell’intera filiera, difendere il valore delle categorie (per esempio del “made in Italy”) e ridare attrattività all’offerta dei beni di consumo. Le possibili linee di azione collaborative sono note e sono sul tappeto da ormai troppi anni…”
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Il nome Deloitte si riferisce a una o più delle seguenti entità: Deloitte Touche Tohmatsu Limited, una società inglese a responsabilità limitata, e le member firm aderenti al suo network, ciascuna delle quali è un’entità giuridicamente separata e indipendente dalle altre.