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CommONEnergy, cinque partner italiani per centri commerciali più efficienti

centri_commerciali_energiaTrasformare i centri commerciali da ‘consumatori di energia’ a ‘conservatori di energia’: questo l’obiettivo del progetto CommONEnergy, promosso dalla Direzione Generale per la Ricerca e l’Innovazione della Commissione Europea. Il progetto si propone di sviluppare con un approccio sistemico tecnologie, soluzioni, metodi e strumenti che permettano di innovare e allungare la vita utile di questo tipo di strutture. 
Il progetto, che ha ottenuto dall’Unione europea un finanziamento di ben 9 milioni di euro, è coordinato dai ricercatori dell’Istituto per le Energie Rinnovabili dell’Eurac e coinvolge ben 23 partner, di cui cinque italiani: Schneider Electric, D’Appolonia, Epta, l’Inres e l’Università degli Studi di Udine.
«Il consumo di elettricità nei centri commerciali in Europa è molto alto – spiega Claudia Boldrini, della direzione generale ricerca e innovazione della Commissione Europea –, per questo abbiamo deciso di cofinanziare attività di ricerca in questo settore, tra cui questo progetto complesso, che coinvolge 23 partner e dura quattro anni.
Il progetto CommONEnergy mira a tagliare drasticamente i consumi dei centri commerciali  riducendoli del 75 per cento. L’impatto potenziale è enorme, se si considera che i centri commerciali sono il 7% delle costruzioni in Europa, si estendono in media su aree dai 10 mila ai 40 mila mq e ogni mq di questi edifici può generare un consumo annuo di energia primaria che supera 500 kWh/m2 – quattro/cinque volte di più rispetto a un edificio di tipo residenziale.  Voci principali che pesano sul bilancio energetico sono  banchi frigo, illuminazione, climatizzazione, ventilazione, scale mobili e porte aperte in ogni stagione – sette giorni su sette.
Oltre a ridurre la domanda primaria di energia (e le conseguenti emissioni di anidride carbonica), il progetto CommONEnergy mira a incrementare del 50% il fabbisogno di energia coperto da fonti rinnovabili;  gli interventi allo studio dovranno consentire un ritorno dell’investimento nell’arco di sette anni o meno. Scopo non secondario del progetto, inoltre, è dare un contributo alla crescita di una nuova generazione di progettisti di edifici sostenibili e di impiantisti e installatori capaci di realizzarli.
Il progetto è organizzato in tre sezioni principali, che prevedono l’analisi tecnico-economica degli edifici adibiti a centro commerciale in Europa, lo sviluppo di tecnologie e soluzioni di retrofit e la definizione di metodologie e strumenti finalizzati all’implementazione della riqualificazione energetica.   Le misure previste comprendono sia soluzioni tecnologiche, come vernici autopulenti o facciate multifunzionali in grado di reagire ai cambiamenti climatici, sia strumenti per supportare le diverse fasi del processo di risanamento e valutarne gli impatti coinvolgendo tutti i soggetti interessati: proprietari del centro commerciale, clienti e titolari dei singoli esercizi. 
Nell’insieme, si intende arrivare a proporre azioni di retrofit snelle – quindi di efficace e semplice implementazione – ed ottimali dal punto di vista del costo nell’intero ciclo di vita dell’edificio, capaci di coniugare sostenibilità ambientale, sociale ed economica. 
Altri punti salienti del progetto sono legati allo sviluppo di una progettazione integrata, che contribuisca ad incrementare la consapevolezza del problema energetico; all’adozione di un approccio olistico in particolare nella definizione delle azioni da implementare sui sistemi Hvac, di illuminazione e di refrigerazione, ed infine alla definizione di sistemi energetici efficaci, integrati con la rete elettrica, in grado di ridurre i picchi di richiesta di energia.
«Abbiamo in mente di lavorare sulle inefficienze costruttive, sui sistemi, sulla gestione e controllo, sulle tematiche di interazione dell’edificio con la rete elettrica, tutte tematiche che sono nelle corde della nostra azienda e per le quali vogliamo dare un contributo sostanziale – commenta Ivan Mangialenti, business development manager di Schneider Electric –. Un valore aggiunto per noi è il fatto che il programma abbia deciso di focalizzarsi anche sull’integrazione ambientale e sociale dell’edificio, spingendosi oltre gli aspetti puramente tecnologici».
«Abbiamo l’ambizione di definire un nuovo standard per la riqualificazione dei centri commerciali – spiega Roberto Lollini, responsabile del progetto per Eurac – mostrando come si possa passare da interventi di “ristrutturazione” che si concentrano su un unico aspetto o componente tecnologico ad un nuovo approccio, che consideri l’edificio nel suo complesso, incrementandone le performance energetiche, ambientali e funzionali globali sulla base di un metodo verificato sperimentalmente e con misure reali».
Gli interventi di ottimizzazione previsti dai ricercatori sono diversi. Per esempio, gestire in maniera combinata l’impianto di climatizzazione e refrigerazione dei supermercati oppure creare un sistema che permetta di accumulare l’energia prodotta dai pannelli fotovoltaici e trasformarla in idrogeno da immagazzinare o da utilizzare in forma di elettricità per caricare bici o auto elettriche dei dipendenti e clienti del centro. E nei lavori di risanamento adotteremo una procedura che permette di ridurre i tempi di costruzione e di minimizzare i disagi per chi frequenta il centro commerciale. 
Le proposte di efficientamento energetico elaborate saranno testate su tre casi di studio: uno di essi si trova in Italia, e si tratta di un ex edificio industriale che verrà trasformato in centro commerciale; gli altri due sono un moderno centro commerciale norvegese ed un mercato tradizionale in Spagna.  La profonda diversità di questi casi porrà gli esperti davanti alla sfida di elaborare soluzioni che permettano di raggiungere gli ambiziosi obiettivi del progetto risultando applicabili a edifici di diversa natura, situati in diverse zone climatiche. (fonte:greenbusinessweb.it)