Da qualche giorno si è chiuso a Parigi il World Retail Forum, una delle più importanti manifestazioni mondiali legate al mondo del retail. Ne è emersa un’informazione interessante: Più di due terzi degli amministratori delegati delle grandi catene sono convinti che ancora per i prossimi anni la stragrande maggioranza del proprio fatturato deriverà dalla vendita in-store, ovvero dai prodotti venduti nei negozi tradizionali e che l’e-commerce continuerà ad avere un ruolo residuale nel proprio business.
Ora, le aziende che si occupano di vendere tecnologia, forse con una piccola forzatura, si possono dividere in due categorie: quelle che stanno basando la propria strategia di vendita sull’e-commerce, ovvero sul far migrare i grandi retailer sul modello dell’online, sul modello Amazon, e quelle che invece stanno sviluppando la propria strategia attorno al concetto della vendita in-store, ovvero di tutte quelle tecnologie che servono per incrementare le vendite nei negozi e per finalizzare i clienti con maggiore efficacia.
negozi: la vera risorsa su cui si basano gli amministratori delegati del retail
Gli amministratori delegati, soprattutto nelle grandi catene, sono coloro che prendono le scelte strategiche. E per quanto possono essere più o meno interessati o sensibili all’innovazione tecnologica, alla fine dell’anno scelgono sulla base di due parametri: il fatturato e l’utile.
Allora, in questa corsa al mercato del retail, che viene considerato dalle aziende tecnologiche come uno dei pochi in cui è possibile realizzare ancora dei fatturati importanti, ci saranno dei vincitori e dei perdenti. I perdenti saranno coloro che avranno basato la propria strategia sull’e-commerce, almeno a medio termine. i vincenti saranno invece coloro che hanno scelto di costruire il proprio pacchetto di servizi sulle tecnologie che permettono di incrementare le vendite nei negozi, che, in ultima analisi, e ciò che davvero importa ai decisori d’acquisto delle grandi aziende del Twitter. (fonte: thebizloft)