Milano, 23 maggio 2013 – I dati sulle vendite del commercio al dettaglio pubblicati oggi dall’Istat mostrano ancora un calo complessivo a marzo 2013 del -3,0% rispetto a marzo 2012, con un andamento differenziato tra non alimentare ed alimentare. La dinamica delle vendite alimentari è stata infatti influenzata dalla differente calendarizzazione della Pasqua, anticipata quest’anno rispetto all’anno scorso (nel 2012 ricorreva l’8 aprile mentre nel 2013 il 31 marzo), che ha comportato un +2,0%, da leggere quindi con questa cautela.
Per il mese di marzo il dato più significativo per evidenziare il trend dei consumi è quello delle vendite dei prodotti non alimentari, che registra un pesante -6,1% rispetto a marzo del 2012, dopo un -3,2% a gennaio e un -5,3% a febbraio. Dati particolarmente negativi per alcuni settori importanti, come abbigliamento (-9,0%), calzature (-8,8%), mobili e arredamento (-7,3%) e giocattoli (-6,8%).
Dall’inizio dell’anno le vendite sono calate del -3,4% a livello totale, con l’alimentare a -1,2% e il non alimentare a -4,9%.
“Il calo dei consumi sta colpendo duramente tutte le imprese distributive – ha commentato Giovanni Cobolli Gigli, Presidente di Federdistribuzione – Fatta eccezione per un debole +0,1% registrato nel 2010 è ormai dal 2008 che i dati sul commercio al dettaglio mostrano un trend negativo. Siamo di fronte a un fenomeno ormai strutturale che, se non affrontato in modo immediato, accompagnerà il Paese in un lento declino”.
Continua Cobolli Gigli: “le famiglie stanno continuando a perdere potere d’acquisto, sono colpite da una disoccupazione che ha raggiunto livelli allarmanti, soprattutto nelle fasce giovanili, e hanno conseguentemente perso ogni fiducia e ogni prospettiva positiva per il futuro. Una spirale ulteriormente depressiva per i consumi che va spezzata con determinazione.
“In tale contesto – conclude il Presidente di Federdistribuzione - è assolutamente indispensabile evitare qualsiasi provvedimento che possa incidere ancora in modo negativo sulla domanda interna. Primo fra tutti l’aumento dell’Iva previsto per luglio, che avrebbe effetti disastrosi, agendo in particolare sui mercati non alimentari già in forte calo di consumi e indebolendo l’intero commercio, un comparto duramente provato dalla crisi, con effetti di riduzione degli investimenti e dei livelli occupazionali”.
Federdistribuzione è espressione della Distribuzione Moderna Organizzata e riunisce e rappresenta, nelle sedi istituzionali, locali, nazionali e comunitarie la maggioranza delle imprese distributive operanti nei settori alimentare e non alimentare che svolgono la propria attività attraverso le più innovative formule del commercio moderno.
Federdistribuzione si compone di sette associazioni nazionali che appresentano un universo articolato di imprese e di multicanalità che si differenziano per dimensioni, forme distributive e merceologie trattate. Le imprese associate a
Federdistribuzione hanno realizzato nel 2011 un giro d'affari di 84,5 miliardi di euro, con una quota pari al 65,5% del totale fatturato della Distribuzione Moderna Organizzata; hanno una rete distributiva di 43.850 punti vendita (diretti e in franchising) e danno occupazione a circa 326.050 addetti. Rappresentano, infine,il 38% del valore dei consumi commercializzabili.