Milano, 29 marzo 2013 – Con la recente applicazione nella normativa italiana della direttiva Late Payment, decreto legislativo 9 11 2012 di attuazione della direttiva
2011/7/UE Federdistribuzione era convinta della incompatibilità dei termini di pagamento per merce deperibile e alimentare prevista dall'art. 62 con la direttiva.
stessa, apparendo i due provvedimenti incoerenti tra loro, e aveva avviato una serie di contatti nelle sedi competenti. Invero, il principio del primato del diritto comunitario su quello nazionale vuole che la norma interna sia disapplicata ogniqualvolta essa è confliggente con quella comunitaria.
Federdistribuzione prende atto con soddisfazione, oggi, nell'apprendere che il Ministero dello Sviluppo Economico condivida questa impostazione, ossia che i termini di pagamento per le transazioni agroalimentari devono essere interpretati alla stregua della direttiva Late Payment sopra citata che, ridando il giusto spazio all'autonomia negoziale, permette alle parti di concordare legittimamente pagamenti fino a 60 giorni salvo accordi diversi non gravemente iniqui per una delle parti e si auspica che il Governo e l’AGCM prendano atto, con urgenza e formalmente, di questa posizione.
Federdistribuzione è espressione della Distribuzione Moderna Organizzata e riunisce e rappresenta, nelle sedi istituzionali, locali, nazionali e comunitarie la maggioranza delle imprese distributive operanti nei settori alimentare e non alimentare che svolgono la propria attività attraverso le più innovative formule del commercio moderno.
Federdistribuzione si compone di sette associazioni nazionali che rappresentano un universo articolato di imprese e di multicanalità che si differenziano per dimensioni, forme distributive e merceologie trattate. Le imprese associate a Federdistribuzione hanno realizzato nel 2011 un giro d'affari di 85,3 miliardi di euro, con una quota pari al 66,1% del totale fatturato della Distribuzione Moderna Organizzata; hanno una rete distributiva di 43.850 punti vendita (diretti e in franchising) e danno occupazione a circa 329.250 addetti. Rappresentano, infine, oltre il 38% del valore dei consumi commercializzabili.