Una comune visione di intenti e una condivisione delle responsabilità perseguite ha portato il Gruppo Gabrielli realtà di riferimento della Grande Distribuzione Organizzata, alla sottoscrizione del Protocollo di Milano della Fondazione Barilla Center for Food & Nutrition (BCFN) per il quale ha realizzato un logo appositamente dedicato all'iniziativa. L'azienda fortemente radicata nel territorio ha un polso molto sensibile nei confronti delle esigenze che esso manifesta: azioni di sostenibilità ambientale e alimentare fanno parte infatti del codice Etico aziendale.
Nel 2013 il BCFN ha promosso il Protocollo di Milano, documento con l’obiettivo di sensibilizzare il governo e le istituzioni sull’urgenza di agire per rendere il sistema alimentare globale realmente sostenibile. Nato da un’idea del comitato scientifico della Fondazione, il Protocollo si è avvalso del parere di 500 esperti internazionali, e ha raccolto il supporto di più di cento organizzazioni e 15.000 persone. Il Protocollo di Milano è uno dei documenti che ha ispirato la Carta di Milano, la proposta di accordo mondiale per garantire cibo sano, sicuro e sufficiente per tutti, voluta dal Governo italiano come eredità di Expo Milano 2015 e che verrà consegnata al Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki Moon.
Il Gruppo Gabrielli sposa pienamente il primo degli impegni menzionati nel protocollo di Milano “Spreco di Alimenti” nel punto D in cui si fa riferimento alle iniziative di sensibilizzazione del settore alimentare. L'Azienda da alcuni anni è partner del Banco Alimentare, ente di riferimento per la lotta allo spreco alimentare al quale devolve sistematicamente prodotti e alimenti prossimi alla scadenza ma ancora utilizzabili che il Banco poi redistribuisce in maniera capillare nelle strutture ad esso collegate. “Le iniziative intraprese dalla nostra Azienda per evitare sprechi alimentari sono ispirati anche agli insegnamenti esposti da Papa Francesco nell'Enciclica Laudato Si' – ha detto Barbara Gabrielli vicepresidente del Gruppo Gabrielli – a dimostrazione di come le buone pratiche le buone pratiche sociali si possono coniugare anche con le strategie aziendali.”