Il Governo francese ha varato una legge sulla transizione energetica che prevede alcune misure contro gli sprechi alimentari nei grandi supermercati. Il provvedimento vieta ai grandi supermercati di distruggere il cibo invenduto ma commestibile, pena multe salatissime e in alcuni casi anche pene detentive. Alla questione aveva già approcciato lo scorso anno con il lancio della campagna “Inglorious fruits and vegetables”, intelligente strategia di marketing lanciata da Intermarche (la terza più grande catena di supermercati francese) per presentare la frutta e la verdura imperfetta o deformata. Una mossa che, a sorpresa, ha riscosso un grande successo commerciale tra i consumatori con un clamoroso incremento del 60% nella vendita di prodotti solitamente scartati dagli stessi fornitori perché lontani dalle misure auree richieste dal mercato.
Ridurre lo spreco alimentare quindi non è così difficile, ma perché diventi una prassi adottata dalla grande distribuzione, la Francia ha compiuto quel passo in più richiesto oggi dall’Unione Europe. La Commissione Ue ha infatti proposto che gli Stati membri sviluppino strategie nazionali di prevenzione dei rifiuti alimentari, con l’obiettivo di ridurli di almeno il 30 per cento entro il 2025. La norma francese in realtà è parte di una legge più ampia che il Governo sta redigendo sul fronte di energia e ambiente; al suo interno, questo giovedì, è stata acclusa la disposizione che chiede ai supermercati di oltre 400 metri quadrati di firmare contratti, entro il luglio 2016, finalizzati alla donazione del cibo rimasto invenduto ma ancora commestibile a enti di beneficenza al settore dell’alimentazione animale o all’industria del compost. Il mancato rispetto della legge potrebbe esporre i gestori al rischio di due anni di carcere e multe di 75.000 euro.
Chissà che le nuove norme non portino la Francia a superare la leadership della Germania che già dal 2012 ha lanciato la campagna “troppo buono per la spazzatura” e il sito foodsgharing.de per offrire in rete tutto il cibo sovrabbondante o non più gradito che, nella propria dispensa, correrebbe il rischio di andare a male.
Una iniziativa simile è presente anche in Italia dove è attivo ormai da tempo I Food Share, piattaforma on line che permette la condivisione del cibo in eccedenza. Chiunque può donare prodotti agroalimentari e metterli in condivisione per evitarne semplicemente lo spreco; possono aderire cittadini, grande distribuzione, piccoli esercenti, panificatori e aziende agricole.