Le vendite al dettaglio a novembre registrano un nuovo calo, perdendo lo 0,4% rispetto a ottobre e il 3,1% su base annua. Lo rileva l’Istat, sottolineando che si tratta del quinto ribasso congiunturale consecutivo e dell’ottavo tendenziale. Su base annua risulta in discesa anche l’alimentare (-2%).
Il bilancio del commercio al dettaglio nei primi undici mesi del 2012 è ampiamente negativo: tra gennaio e novembre, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, le vendite diminuiscono del 2%, risultato di un calo dello 0,6% per gli alimentari e del 2,6% per il resto. Lo rileva l’Istat, spiegando che il dato incorpora anche l’inflazione, quindi depurato dalla dinamica dei prezzi risulterebbe ancora peggiore.
Il dato peggiore dagli anni 90. I dati Istat sulle vendite al dettaglio sono la «conferma della forte crisi del mercato interno italiano: negli ultimi cinque anni siamo riusciti a fare peggio solo nel 2009, anno di massimo impatto della recessione mondiale” e “per incontrare un altro calo di vendite altrettanto consistente di quello che dovrebbe registrarsi per il 2012 (-3%) bisogna giungere addirittura al 1993». E’ quanto afferma Confesercenti.
Confesercenti: duecento aziende chiuse ogni giorno. Secondo Confesercenti «nel commercio al dettaglio, l’attuale situazione sta portando a ritmi di chiusura impressionanti, con circa duecento aziende uscite dal mercato ogni giorno nell’ultimo anno. Si rischia la desertificazione delle città, e non solo per la perdita dei piccoli negozi, come peraltro testimoniano i dati di Unioncamere». A riguardo l’organizzazione avverte: «Se dovessimo continuare a percorrere la via dell’incremento della pressione fiscale e delle liberalizzazioni selvagge del commercio, che chiaramente non hanno avuto un effetto positivo sui consumi, andremmo dritti verso una catastrofe senza precedenti».
Codacons, gli italiani fanno la fame. Il calo delle vendite al dettaglio a novembre, rilevato dall’Istat, è definito dal Codacons drammatico, soprattutto per quanto riguarda l’alimentare (-2,0%), visto che “il dato incorpora anche l’inflazione». E a novembre, ricorda, «i prezzi degli alimentari erano saliti su base annua del 2,3%, quindi in termini quantitativi si tratta di tracollo più che doppio». Insomma per il Codacons «gli italiani fanno la fame, dato che la discesa dei consumi nel settore alimentare prosegue ininterrottamente dal 2007. Non a caso scendono le vendite persino negli ipermercati, nonostante le offerte promozionali e le vendite sottocosto».
Soffre la grande distribuzione, salvi solo i discount. A novembre continua la caduta delle vendite al dettaglio nei piccoli negozi (-3,9%), ma in negativo risulta anche la grande distribuzione (-2,1%), si salvano solo i discount alimentari, che confermano di riuscire a crescere anche in tempi di crisi (+1,2%). Lo rileva l’Istat, in base a dati tendenziali. Ecco che, spiega l’organizzazione, «gli italiani, pur di mangiare, devono abbandonare i brand leader dell’industria alimentare». Secondo l’associazione a tutela del consumatore «a questo punto, visto che con i consumi si è tornati al dopoguerra, il Governo dovrebbe seriamente valutare l’apertura di mense pubbliche per distribuire gratuitamente pane e pasta a chi ne fa richiesta».
Nel periodo 2012-2013 consumi giù del 6,1%. I dati diffusi dall’Istat sulle vendite al dettaglio si aggiungono «alla lunga lista di indicatori negativi che ormai caratterizzano la nostra economia». E’ quanto affermano Federconsumatori e Adusbef. Basti pensare, aggiungono, che «secondo gli ultimi dati dell’Osservatorio Nazionale Federconsumatori, uniti a quelli diffusi nei giorni scorsi da Reteimprese, nel biennio 2012-2013 la contrazione dei consumi supererà il -6,1%». Ecco che «con la grave perdita di potere di acquisto da parte delle famiglie e la mancata adozione di provvedimenti tesi a contrastare tale andamento, la contrazione dei consumi era praticamente inevitabile».
Calo della spesa pari a 44 miliardi. Una caduta che, spiegano le due associazioni, «si traduce in una diminuzione della spesa complessiva delle famiglie di oltre 44 miliardi di euro nel 2012-2013». Per Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, rispettivamente presidenti di Federconsumatori e Adusbef il ribasso “impressionante, da un lato testimonia il profondo malessere vissuto dalle famiglie e, dall’atro, evidenzia ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, la situazione di vero e proprio allarme in cui si trova l’economia”. Per entrambe le organizzazioni è quindi “fondamentale abolire definitivamente il nuovo aumento dell’Iva in programma da luglio: una misura che avrà effetti ancor più disastrosi sull’intero sistema economico».
Il non alimentare scende dello 3,7%. Su base annua ancora più forte è stata la caduta del non alimentare (-3,7%). Invece a confronto con ottobre le vendite aumentano dello 0,1% per il ‘food’ e diminuiscono dello 0,6% per il resto. A riguardo l’Istat ricorda come l’indice delle vendite al dettaglio includa sia la dinamica delle quantità che dei prezzi, scesi dello 0,2% su base mensile e aumentati del 2,5% in termini tendenziali. Analizzando i diversi capitoli, rispetto a novembre del 2011, l’Istituto rileva cali dappertutto, con i ribassi più forti per supporti magnetici, strumenti musicali (7,6%)’, ‘Foto-ottica e pellicole (-5,7%), abbigliamento e pelliccerià (-4,7%), mobili, articoli tessili, arredamento (-4,5%), ‘Elettrodomestici, radio, tv e registratori’ (-4,5%). (fonte:economiaweb.it)