Dal prossimo 30 settembre , commercianti, artigiani e imprese saranno obbligati a possedere il Pos, il dispositivo elettronico per i pagamenti con il bancomat.
Nessun ulteriore rinvio, dunque, per l’entrata in vigore di un provvedimento che ha avuto vita lunga e travagliata, a partire dal decreto legge che ha introdotto la misura (dl 179/2012, noto anche come Decreto crescita 2.0 o Decreto sviluppo bis).
La legge di stabilità del 2016 aveva già sancito l’obbligo di accettare i pagamenti con moneta elettronica per tutti gli importi pari o superiori a 5 euro senza però alcuna sanzione per chi decideva di non osservarla. Ora l'obiettivo, con un decreto legge, sarebbe l'introduzione definitiva delle sanzioni.
Di fatto, a partire dal prossimo autunno gli importi superiori ai 5 euro si potranno pagare con bancomat o carta di credito. I negozi che non si adegueranno potranno subire multe di 30 euro per ogni violazione.
L'intenzione è quella di portare l'intero sistema a un deciso spostamento verso i pagamenti elettronici essendo il nostro Paese fanalino di coda in Ue per pagamenti digitali e carte elettroniche.
Preoccupano, però, le spese che ci sono per gli esercenti. Sul banco degli imputati, infatti, ci sono gli alti costi per il Pos che riguardano la percentuale di traslato e i canoni di noleggio che variano a seconda della quantità delle operazioni con il Pos .
Il Pos è una cosa necessaria e ormai la quasi totalità dei negozi e dei pubblici esercizi è già attrezzata da anni. Non è giusto però che per avere questo servizio si debba pagare soprattutto ora che diventato obbligatorio. Il costo all'inizio è imputabile all'esercente ma che con il passare del tempo porterà ad un aumento dei prezzi e questo bisogna evitarlo.