Emporio Portobello aprirà a maggio e non sarà un supermercato qualunque. I disoccupati e le famiglie con difficoltà economiche potranno fare la spesa scambiando i prodotti con ore lavoro.
L’idea semplicemente rivoluzionaria è venuta ai responsabili del Centro Servizi per il Volontariato di Modena che si confrontano quotidianamente con le storie personali e collettive di chi ha perso il lavoro, di chi non riesce a sopravvivere con la propria pensione o, ancora, di chi non riesce più a far fronte al mantenimento della propria famiglia.
Le statistiche sono impietose: dal 2006 al 2011 ben 615 nuovi poveri al giorno, quattro milioni in tutta Italia. A Milano, nel 2012, le mense popolari hanno accolto 100mila persone e, per la prima volta, gli italiani hanno superato gli stranieri. A Modena, il Centro Servizi per il Volontariato ha individuato 450 nuclei familiari vulnerabili, dopo un’indagine condotta insieme ai servizi sociali in base al quoziente Isee. Queste famiglie potranno usufruire di una tessera gratuita che permetterà loro di avere una serie di bollini con cui fare la spesa nell’arco di un anno.
Su un punto i responsabili del progetto sono inamovibili: non sarà carità: “Crediamo molto in questo progetto – spiega Angelo Morselli, presidente del Centro per il volontariato a Il Fatto Quotidiano - e vogliamo si mantenga la dimensione dell’acquisto, nessuno regala niente, ma coinvolgiamo le persone in un progetto specifico. Noi vogliamo stringere un patto con gli utenti che accoglieremo nei nostri locali. Ci sono delle condizioni e sarà fondamentale per tutte le parti rispettarle”.
Primo requisito per diventare “clienti” sarà la disponibilità a cambiare il proprio stile di vita. Accanto al magazzino e al supermercato, infatti, ci sarà uno spazio riservato alle associazioni cattoliche e laiche e alle famiglie, nel quale si apriranno spazi di confronto e di discussione volti a un cambiamento negli stili di consumo.
La seconda richiesta che verrà fatta ai beneficiari del supermarket sarà quella di offrire, una volta alla settimana, la propria opera per i lavori da compiere all’interno della struttura. In questo modo gli utenti si sentiranno pienamente coinvolti nel percorso di uscita dalla situazione di disagio.
I cittadini che volessero donare una spesa o le aziende che volessero offrire prodotti d’acquisto, possono contribuire al progetto sul sito Portobello Modena. Il supermercato non ha ancora aperto, ma le richieste sono già state moltissime, tanto da far allargare l’orizzonte delle ambizioni ai suoi ideatori. Il centro di Modena potrebbe essere il punto di riferimento per altre micro-realtà a livello locale. E chissà che non diventi il big bang di un nuovo modo di intendere il consumo, nel quale coscienza e conoscenza, etica e solidarietà dettino il “prezzo” senza prezzo di beni che non dovrebbero essere un lusso, ma, semplicemente, un diritto.