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In Italia più di 14 milioni gli acquisti online

Un’indagine di Netcomm sul nostro Paese evidenzia che il 10% degli acquisti online avviene via tablet e smartphone.

Negli ultimi 3 mesi sono stati 13,8 milioni i consumatori italiani che hanno effettuato acquisti online, pari al 47,7% dell’utenza Internet (era il 35,8% al febbraio del 2012). Di questi, il 24% ha dichiarato di aver comprato più di cinque volte nel trimestre, al punto da poter essere definito un heavy e-shopper e, complessivamente, negli ultimi tre mesi si sono registrati 47,6 milioni di atti d’acquisto in Rete. Sono alcuni dei dati emersi dal recente convegno Netcomm e-Payment nel quale è stata presentata un’indagine realizzata in collaborazione con Human Highway sugli acquisti online degli italiani.

Crescono a tripla cifra, secondo l'indagine, gli atti d’acquisto effettuati via smartphone e tablet e rappresentano ora il 10% del totale shopping online. Solo un anno fa il 4% degli acquisti online era generato attraverso un dispositivo mobile: in due casi su tre era un tablet (solo nell’1,3% dei casi è stato utilizzato uno smartphone). La stragrande maggioranza (96% delle transazioni) era, quindi, gestita con un Pc tradizionale.

Per quanto riguarda il sistema di pagamento la ricerca evidenzia che al primo posto c’è l’utilizzo di PayPal per il 36,6% dei casi, seguito dall’uso della carta prepagata per il 24,4%, quindi dalla carta di credito per il 19,2%. Per quanto riguarda la tecnologia Nfc (Near field communication), il suo uso non è ancora diffuso, però alla domanda se il proprio telefonino fosse abilitato o meno alla comunicazione via Nfc, più della metà dei rispondenti ha risposto affermativamente. Infine le tra le tipologie di prodotti più acquistati online, in vetta ci sono i libri (14,8%), seguiti dai capi di abbigliamento (13,9%), prodotti IT o periferiche (11,3%), biglietti di viaggio (9,9%), soggiorni (5,4%), musica/Dvd (4,8%), telefonini/smartphone (4,2%), cosmetici (4%), a chiudere gli elettrodomestici con l’1,5%.

Uno dei problemi dello shopping online è che i resi a volte sfiorano il 30/40%. Sono numeri importanti e già qualcuno cerca soluzioni a questo problema con vari risultati. Un altro è legato alle motivazioni per le quali mi spingo a visionare un catalogo online; solitamente è perchè voglio risparmiare tempo e denaro. Quindi mi troverò davanti a portali che hanno una vasta scelta di prodotti divisi in categorie, gamme, stagionalità, prezzo, forme, colori, …. spesso diventa un labirinto da cui si scappa se non si trova qualcosa di interessante in un tempo breve. Sul sito della The North Face questa tempistica è stata valutata in 30 secondi dal tool ‘jack finder‘ che è una sorta di wizard che aiuta l’utente a filtrare i contenuti presenti.

E per chi rimane a casa, o meglio per chi non vuole rinunciare a entrare dentro un negozio, non mancano le occasioni di interagire con la tecnologia.

Molto  spazio viene dato alla descrizione dell’utilizzo della tecnologia RFID, di cui uno dei primi utilizzatori è stato Prada, poi seguito da Diesel, Gucci, Lio Jo, Monnalisa.

Quindi il digitale anche per il fashion diventa non solo un costo ma un’opportunità di crescita. Tutta questa corsa tecnologica occorre che mantenga un equilibrio per non confondere e spaesare la clientela. E come dice Antonio Fossati (partner fondatore di RDS) “l’investimento del retail non è solo hardware ma è un investimento di pensiero”. In particolare per l’area di cultura latina l’aspetto sociale dell’offline è molto prezioso. Ma le tendenze sono in continuo movimento e il mobile-commerce, non solo l’e-commerce, si sta rivelando un canale da tenere molto sott’occhio.