“Parafarmacie e liberalizzazioni: quale futuro?” è il titolo dell'incontro, organizzato da Altroconsumo, che si è svolto all'hotel Giò Jazz Area di Perugia e che ha visto confrontarsi sul tema Laura Filippucci, referente dell'area Inchieste salute dell'associazione dei consumatori, Stefano Migliori, vicepresidente della Federazione Parafarmacie Italiane, Fabio Romiti, vicepresidente del Movimento nazionale liberi farmacisti, Alberto Moretti, direttore marketing canali distributivi Conad, e Adriana Galgano, deputata di Civici e Innovatori. A coordinare i lavori il giornalista Matteo Lombardi e David Alessio Fortuna di Altroconsumo Umbria.
Ad aprire i lavori è stata la rappresentante di Altroconsumo, Laura Filippucci che ha evidenziato come “la mancata liberalizzazione della fascia C ogni anno costa ai cittadini 500 milioni. Altroconsumo la chiede con forza da più di 10 anni, e in totale sono 5 miliardi sprecati a favore di chi non vuole cambiare. L'apertura della vendita dei farmaci con ricetta ad altri canali, mantenendo la presenza del farmacista, stimolerebbe la concorrenza a vantaggio della salute e delle tasche dei cittadini. Il decreto concorrenza ha toccato solo alcuni aspetti lasciando aperti molti interrogativi. Ci attendiamo dal governo misure più incisive ed efficaci”.
A prendere la parola è stato, poi, il vicepresidente della Federazione Parafarmacie Italiane, Stefano Migliori che ha lanciato un appello all'unità “perché in questo momento più che mai serve l'unione delle forze sindacali che rappresentano il mondo dei farmacisti per trovare una risoluzione comune. Non si tratta delle solite contrapposizioni su parafarmacie sì o no, piuttosto che su liberalizzazione sì o no. Dobbiamo, invece, cercare di andare oltre e trovare una soluzione che garantisca l'accesso professionale ai laureati farmacisti e che porti ad una nuova considerazione del ruolo delle parafarmacie”.
Per Fabio Romiti del Movimento Liberi Farmacisti “liberalizzare questo settore è vitale per la crescita del Paese. Si fa spesso riferimento alle criticità che incontrano i giovani ma finora è stato fatto molto poco per superarle. La liberalizzazione rappresenta un fattore che può incidere in maniera determinante su questo aspetto e costituisce una leva importante per incrementare l'occupazione. Ma si tratta soprattutto di una necessità che fa riferimento a quell'interesse generale che va rimesso al centro dell'azione politica”.
“Riteniamo doveroso che sia data risposta ai 4,5 milioni di italiani che possono spendere solo poche decine di euro all’anno per curarsi e ai 180 mila cittadini che hanno firmato la petizione 'Liberalizziamoci' per poter acquistare farmaci a prezzi più accessibili – ha fatto notare, invece, il direttore marketing canali distributivi Conad, Alberto Moretti - Un corposo delisting di medicinali dalla fascia C – quelli con obbligo di prescrizione – alla categoria dell’automedicazione consentirebbe a tante persone di potersi curare, a costo zero per le casse dello Stato. Conad, con le parafarmacie, si è assunto un impegno con i cittadini, i malati cronici e le famiglie per offrire loro la possibilità di acquistare medicinali non mutuabili in un regime di libera concorrenza, alla presenza di un farmacista e a prezzi più bassi di quelli praticati dalle farmacie. E anche con gli 8mila farmacisti che prestano la loro opera nelle parafarmacie perché sia loro riconosciuta la stessa dignità della professione che i colleghi svolgono nella farmacia. Un impegno che condividiamo con la Federazione Parafarmacie Italiane, il Movimento nazionale liberi farmacisti e con Altroconsumo. La politica non chiuda di nuovo gli occhi”.
A chiudere il giro di interventi Adriana Galgano, deputata di Civici e Innovatori, che ha illustrato la battaglia che ha portato avanti alla Camera per le liberalizzazioni, di cui la fascia C è stata la principale "perché in un momento come l'attuale, in cui 4,5 milioni di italiani non si riescono a curarsi adeguatamente, abbassare il prezzo dei farmaci è una priorità. L'evoluzione del settore della distribuzione dei medicinali comporterebbe, infatti, importanti vantaggi per i cittadini e porrebbe fine anche alla disparità di trattamento tra laureati in farmacia che rappresenta un unicum nel nostro Paese. Più concorrenza – ha concluso - significa, infatti, più opportunità per tutti. E', quindi, ora che la politica faccia un passo avanti smettendo di essere una rappresentazione di interessi particolari per tornare a farsi garante di una visione che rimetta al centro l'interesse generale”.