"Non mollare mai, mai, mai". Con questa frase, scritta a caratteri neri e cubitali sullo sfondo bianco di una pagina di ogni Corriere della Sera e di ogni Wall Street Journal, è stato celebrato dai suoi dipendenti Bernardo Caprotti, il patron di Esselunga, che il mercoledì scorso ha compiuto 90 anni.
Nessun riferimento diretto a Caprotti, né firma, né simbolo di Esselunga, ma a tutti il destinatario era assolutamente chiaro.
Il Dottor Caprotti, manager eccezionale, di sicuro non ha bisogno di essere stimolato, la sua vita lo testimonia. Nella sua carriera ha costruito il colosso Esselunga che oggi conta 7 miliardi di fatturato e 22.218 dipendenti. È un uomo che non ha mai abbandonato l'Italia e che per 70 anni ha investito nel nostro Paese. Oggi Esselunga vanta l'87% delle vendite nei supermercati italiani con oltre 150 punti vendita. Il suo atteggiamento e la possibilità di lavoro creata per gli italiani gli sono valsi questo augurio speciale e l'affetto di tutto il suo gruppo. Un "Non mollare mai" che lo invita a continuare con la sua, per ora vincente, strategia.
Come è noto, caprotti nasce da una famiglia di industriali tessili, cotonieri; terminati gli studi in legge viene mandato dal padre negli Stati Uniti per impratichirsi nell'industria del cotone e della meccanica tessile (1951). Lavora nelle catene di montaggio di carde, ring (filatoi continui ad anello), telai, oltre che alla borsa cotoni di Wall Street. Dopo un anno di permanenza torna e, all'inizio del 1952, comincia il suo lavoro nella manifattura di famiglia in Brianza. Nell'estate del 1952, dopo la morte del padre, si trova a gestire l'impresa.
Nel 1957 si presenta l'opportunità di partecipare alla fondazione della prima società di supermercati in Italia, iniziativa di Nelson Rockefeller. Caprotti continua tuttavia il suo lavoro nel tessile e solo nel 1965 comincerà a occuparsi dei supermercati a tempo pieno. Rockefeller tre anni prima aveva ceduto la maggioranza dell'azienda alla famiglia Caprotti. La catena assume la denominazione di Esselunga.