Il 23 dicembre prossimo andrà in pensione. Così ha deciso Bernardo Caprotti, l'inventore del Superstore all'italiana, dopo 62 anni da lavoratore dipendente e dopo aver costruito un modello distributivo studiato e preso ad esempio da gran parte di distributivo. Ci sarebbe da far scorrere fiumi di inchiostro per raccontare la lunga storia del fondatore di Esselunga, che andrà in pensione alla venerabile età di 88 anni. “Ho deciso da tempo di terminare, con il 23 dicembre, la mia attività da lavoratore dipendente – ha affermato Caprotti, come riportato da un articolo del Corriere della Sera – Lascerò deleghe, poteri, compensi. Forse mi sentirò più leggero”. La carica di presidente della holding Supermarkets italiani resterà a Bernardo Caprotti, ma “a Dio piacendo, ci sarò e forse sarò anche più libero di fare quello che mi è sempre piaciuto: andare per negozi e cantieri… Di non essere più subissato da montagne di carte e pratiche che mi imprigionano e mi impediscono”.Chi succederà a Bernardo Caprotti? Fermo restando la disputa in atto con i figli maggiori, Giuseppe e Violetta, è stata decisa anche la successione in Esselunga – azienda che ha 144 supermercati, 20 mila dipendenti, un fatturato di 6,8 miliardi di euro e un utili di 238 milioni (nel 2012) – pare che tutto sia stato stabilito e custodito nel testamento. Tutto sarebbe stato sigillato in una busta e custodita dal notaio Carlo Marchetti. Non si conoscono, ovviamente, i dettagli, ma il patron di Esselunga ha stabilito ogni dettaglio.