Coop a prova di tenuta dopo 7 anni ininterrotti di crisi dei consumi. E' questa l'immagine di Coop che Marco Pedroni, presidente di Coop Italia, consegna alla platea presente all'assemblea annuale in cui si presentano i dati del Bilancio Consuntivo 2014. Leadership nazionale confermata (la quota di mercato è sostanzialmente invariata rispetto a un anno fa e si attesta sul 19%) così come il fatturato (12 miliardi e 421 mila), rafforzato l'investimento sulla convenienza mentre continua a crescere la base sociale che sfiora gli 8 milioni e mezzo con un trend in aumento del 3,1% rispetto al 2013.
Si irrobustisce il patrimonio netto aggregato delle principali 9 cooperative di ulteriori 30 milioni e migliora significativamente il livello di liquidità della struttura dell'attivo. Buone notizie anche dal prodotto a marchio Coop, perfetta sintesi di convenienza e qualità, che nel totale largo consumo confezionato ha superato quota 26% (in crescita di un punto rispetto al 2013).
Tenuta anche sul versante occupazionale (sono 54.591 i dipendenti con oltre il 90% a tempo indeterminato) con processi riorganizzativi e di efficienza che coinvolgono una parte significativa dei 1189 punti vendita.
I risultati arrivano anche fuori dal core-business centrale in virtù dell'allargamento dell'offerta in quei settori di mercato parzialmente liberalizzati: 122 i Coop Salute dove rispetto all'acquisto dello stesso paniere di prodotti presso il canale farmacia tradizionale, si è generato nel 2014 un risparmio sul farmaco senza obbligo di prescrizione di oltre 11 milioni di euro (mediamente -25% rispetto a analogo prodotto), mentre Coop Voce, la telefonia mobile a marchio Coop, ha raggiunto 1 milione e 400mila attivazioni.
"Continuiamo a svolgere la funzione di presidio di convenienza e qualità per i soci e consumatori del nostro Paese - spiega Marco Pedroni, presidente Coop Italia - benché i timidi segnali di ripresa dei consumi si siano indirizzati fino a questo momento più verso i beni durevoli e i servizi che verso l'alimentare. E questa tendenza se confermata nel corso del 2015 non può che generare preoccupazione sul futuro".