Il 30% degli sprechi alimentari avviene nella fase produttiva, il 21% nella fase di post raccolta e distribuzione, il 3% nel trasferimento, il 18% nella vendita: ma il dato più allarmante è quello che riguarda gli sprechi legati al consumo, quindi a tutti noi, cioè il 28% (Dati elaborati da Last Minute Market). Ma è proprio su quel 28% che è urgente lavorare sviluppando una cultura più attenta al valore del cibo, alla sua condivisione e alla riduzione degli sprechi inutili. Una maggiore sensibilità da parte dei consumatori da costruire a partire dalle iniziative che realtà come Despar e le Acli provinciali di Venezia stanno promuovendo già da tempo sul territorio, ma che può essere sostenuta anche attraverso una nuova legge, già approvata dalla Camera e attualmente in fase di valutazione al Senato.
Questo è il focus delle riflessioni che si sono scambiati nello spazio eventi dell’Interspar di via Torino a Mestre, in occasione di un incontro promosso dalle Acli veneziane in collaborazione con Despar dedicato al tema dello spreco alimentare, l’On. Andrea Causin, promotore di una Legge sullo Spreco Alimentare, il Presidente delle Acli provinciali di Venezia Paolo Grigolato e Marco Marchetti, Responsabile Marketing Sociale Aspiag Service (Despar Nordest).
"La legge sullo spreco alimentare che ho proposto – ha spiegato l’on Andrea Causin – è stata approvata all’unanimità, a significare che il tema è sentito da tutte le parti politiche. La legge ha come primo obiettivo la creazione di una campagna di sensibilizzazione sull’uso corretto delle risorse alimentari, cui seguiranno azioni concrete per il recupero delle eccedenze. Tra le soluzioni ipotizzate si è pensato ad una modifica dell’etichettatura dei prodotti, differenziando tra data di scadenza commerciale e data di scadenza reale, ma anche a delle detrazioni fiscali per chi dona. Più problematica invece la questione relativa alla normativa specifica sul mantenimento dei prodotti, sulla quale ci sono visioni diverse: c’è chi vorrebbe imporre criteri molto restrittivi e chi invece – come me – teme che una normativa troppo complessa ed esigente appesantisca le associazioni limitando l’effettivo recupero delle eccedenze".
"Nel 2015 – ha spiegato Marco Marchetti - Despar ha evitato lo spreco donando alimenti per un valore di oltre 4 milioni di euro, coinvolgendo oltre 200 onlus su tutto il territorio di sua competenza (Veneto, Friuli, Emilia Romagna e Trentino). Una cifra che corrisponde a 1,5 milioni di pasti donati a persone bisognose e 1362 cassonetti di rifiuti evitati. A queste azioni concrete sono poi state associate importanti iniziative di educazione alimentare all’interno delle scuole volte a ricostruire il valore del cibo, spiegando a insegnanti, bambini e famiglie come non sprecarlo. Una legge nazionale su questo tema potrebbe essere un buono strumento soprattutto se contribuisce a rendere più semplici le procedure di raccolta e distribuzione delle eccedenze, con incentivi fiscali e magari riduzioni sulle tasse dei rifiuti per coloro che dimostrano di ridurre lo spreco".
"I dati sullo spreco alimentare – ha affermato Paolo Grigolato – sono insopportabili. Così come è inaccettabile pensare che nel mondo ogni anno muoiono 36 milioni di persone per cause legate alla mancanza di cibo e contemporaneamente 29 milioni per cause legate all’eccesso di cibo. Il nostro ruolo come associazione deve essere quello di sensibilizzare la cittadinanza verso una nuova cultura, un nuovo stile di vita rivolto ad una riduzione degli sprechi, alla solidarietà e ad una più giusta redistribuzione delle risorse nel pianeta. Negli scorsi anni abbiamo intrapreso anche noi come Despar un percorso educativo nelle scuole, convinti che il vero cambiamento di stile di vita si avrà puntando sulle nuove generazioni".