Nell'ultimo decennio sono state fatte molte ricerche, tante delle quali sociologiche, per tentare di comprendere i processi che spingono il consumatore a scegliere un negozio anziché un’altro, ad acquistare una marca anziché un’altra.
Alcuni studi fatti concordano che nel tempo il commercio al dettaglio ha avuto molte fasi evolutive che hanno portato i prodotti dai mercati all’aperto ad essere venduti nei supermercati . La conclusione logica del processo è stata il libero servizio e con esso l’evoluzione ha raggiunto il suo apice. L’estrema semplificazione dell’atto di acquisto ha riscoperto la libertà di bighellonare e l’esposizione di “massa” tipiche della preistoria del commercio.
Il distributore che gestisce il suo punto di vendita come uno "stabilimento di produzione", ancor prima del prodotto, deve vendere la sua immagine ed, esemplificandola alla Kotler, essere con il prodotto giusto, al prezzo giusto, al posto giusto, al momento giusto.
Per fare questo è necessario che vi sia una precisa “visone imprenditoriale”, collocandosi nel mercato in base alle principali caratteristiche che si posseggono, proponendo ai "consumatori obiettivo" l’immagine, che deve essere trasmessa con i canali giusti, attraverso messaggi estremamente personalizzato, che si avvicinino il più possibile al "micro-segmento" che si vuole raggiungere.
Spesso le aspettative dei consumatori non sono soddisfatte dalle offerte dei distributori, a cui vengono mosse obiezioni, sia per prodotti venduti che per i servizi da essi offerti.
In generale si riferiscono a:
a) Ubicazione:
- trasporti insufficienti;
- vicinanza a zone troppo trafficate;
b) Luogo di vendita:
- parcheggio insufficiente;
- carrelli sporchi e, talvolta, vetusti;
- illuminazione inadeguata;
- mancanza di servizi ausiliari alla vendita (consegna a domicilio);
- disorganizzazione nell’allestimento;
- layout difficoltoso;
- inesistenza di aree di sosta per i clienti;
- attese troppo lunghe alle casse;
- mancanza di pagamento preferenziale (self scanning, casse veloci o casse dedicate a soggetti diversamente abili – gestanti);
c) Personale:
- freddo e scostante;
- scarsa conoscenza della lingua straniera;
- non competente;
d) Assistenza post-vendita:
- non prevista;
- scarsa;
- non estesa a tutti i prodotti.
Anche noi vogliamo dare il nostro contributo trattando in modo empirico gli argomenti citati e tutto quello che è pertinente all'aree di vendita, senza però rinnegare le cognizioni teoriche e scientifiche.
Il primo dei nostri speciali sarà dedicato al carrello spesa che, a ragion veduta, deve essere considerato il biglietto da visita del punto di vendita.