Essere sostenibili è un plus per il settore alimentare. L’impegno nel perseguimento di un minore impatto ambientale, nell’ottimizzazione dei processi e nella responsabilità verso gli stakeholder può rappresentare un vantaggio competitivo da comunicare sul prodotto attraverso green claim e quindi in grado di migliorare le performance economiche. È stato questo il concetto chiave del convegno ‘Food made in Italy, la sfida green’ organizzato da GreenBusiness e Csqa Certificazioni che si è tenuto ieri nell’ambito di TuttoFood e che ha visto una significativa partecipazione da parte degli operatori e delle imprese del settore. A cominciare da quelle che hanno aderito alla survey condotta nei mesi scorsi (vedi sotto l’elenco delle aziende aderenti), proprio con l’obiettivo di analizzare la relazione tra industria alimentare e sostenibilità.
I risultati commentati nel dettaglio hanno evidenziato un interesse diffuso e condiviso del settore alimentare italiano rispetto ai temi della sostenibilità, con un approccio più orientato al prodotto e quindi al mercato, rispetto all’atteggiamento dimostrato finora, di interesse quasi esclusivo alle soluzioni green per efficientare i processi in una logica di cost saving. Ecco che per manifestare al consumatore e al trade le attività sostenibili, le imprese ricorrono sempre più spesso a strumenti specifici come la misurazione della carbon footprint, della water footprint e il life cycle assessment. Al commento dei dati della ricerca è seguita la presentazione di Csqa dell’offerta a disposizione delle imprese per certificare il percorso di sostenibilità e l’approfondimento di Fabio Iraldo, docente di management presso Iefe Bocconi e Scuola Superiore S.Anna di Pisa, sulle recenti indicazioni da parte della comunità europea sul tema. Infine la tavola rotonda moderata da Francesca Zecca, caposervizio di GreenBusiness ha dato voce ad alcune delle imprese che hanno aderito alla survey per la descrizione delle best practice implementate nelle loro realtà. Dal progetto CO2=Zero di Curtiriso, alla sfida del km zero per la filiera della pasta di Jolly Sgambaro, dal progetto cofinanziato dal ministero dell’Ambiente per la rilevazione della carbon footprint di Latteria Montello al brevetto esclusivo ‘Vegetali surgelati ecosostenibili’ di Rolli Industrie Alimentari, fino al modello ad hoc per i clienti della Gdo, per garantire un percorso green nella filiera delle carni di Unipeg, tutte le testimonianze hanno suscitato spunti di riflessione.
In questa video intervista, l’intervento di Fabrizio Guidetti, presidente di Unipeg.
Di seguito l’elenco delle aziende che hanno partecipato all’indagine sul rapporto tra industria alimentare e sostenibilità:
Acetificio Carandini, Acetifici Italiani Modena, Acetum, Alcass, Alce Nero & Mielizia, Amadori, Barilla, Birra Peroni, Bolton Alimentari, Centrale del latte di Vicenza, Consorzio Latterie Virgilio, Crastan, Curtiriso, Ekaf, Ferrero, Generale Conserve, Igor, illycaffè, Industrie Alimentari Rolli, Jolly Sgambaro, Lattebusche, Latteria Montello, Latteria Sociale Merano, Mareblu, Mec, Meggle Italia, Menz & Gasser, Monari Federzoni, Mutti, Nestlé Waters Italia, Pizzoli, Principi di Porcìa, Società Agricola Salcheto, Trentofrutta, Unipeg, Valledoro. (fonte:greenbusinessweb.it)