La grande distribuzione estera pronta a entrare nel mercato indiano. Il primo ministro indiano Manmohan Singh ha vinto la prima battaglia. Singh ha da tempo avviato una "campagna" per assicurare l’accesso dei supermercati stranieri in India, che potrebbero essere autorizzati a detenere fino al 51% delle catene della gdo nel Paese.
Una nazione quella indiana che finora era stata restia ad accogliere i colossi mondiali della vendita al dettaglio. Il Bharatiya Janata Party, il principale partito d’opposizione (destra induista), aveva cercato di cavalcare l’inquietudine dei piccoli commercianti proponendo una mozione contro gli investimenti diretti esteri nella distribuzione, che è stata sconfitta alla Camera, la Lokh Sabha, per quanto con un margine meno significativo di quanto avrebbe desiderato Singh: 218 contro 254, dopo che diversi parlamentari hanno deciso di uscire prima del voto, assicurando la vittoria al governo.
Fra i sostenitori dell’apertura del mercato indiano, oltre alle borse, tutti coloro che pensano che maggior competizione nel settore potrà portare a una ventata innovativa, capace di scuotere l’economia indiana dall’attuale torpore, e consentire ai consumatori di avere facile accesso ad un numero maggiore di prodotti a prezzi più convenienti.Fra i detrattori, invece, quanti temono che l’arrivo delle grandi superfici della distribuzione al dettaglio potranno danneggiare i piccoli spacci a gestione familiare che costituiscono da sempre il bastione della piccola distribuzione in India.
Le riforme, in realtà, mantengono intatte una serie di protezione per il settore indiano: i grandi supermercati internazionali potranno infatti aprire solo con un approvvigionamento fisso di non meno del 30% di prodotti indiani, e solo nelle città che contano più di un milione di abitanti – e unicamente nel caso in cui le autorità locali approvino il loro arrivo. Queste ultime saranno senz’altro incentivate dal fatto che un distributore straniero, per poter aprire in India, dovrà investire in progetti di infrastrutture locali non inferiore ai 100 milioni di dollari USA.
Malgrado tutti questi freni, però, la riforma del settore della distribuzione è una delle più importanti ad essere portate avanti dal governo di Manmohan Singh, ed una particolarmente ben vista dal settore industriale nazionale. Dopo il sostegno mostrato dunque alla Camera, Singh potrà procedere con un pacchetto di riforme che prevede anche la modernizzazione del sistema bancario, assicurativo e per la vendita dei terreni. (fonte: La Stampa)