Dall'1 al 14 gennaio si è tenuta a New York il National Retail Federation Annual Convention & Expo, ribattezzato Retail’s Big Show: l’evento più importante del settore che ogni anno porta nella Grande Mela decine di migliaia di professionisti e venditori da oltre 80 Paesi del mondo, a cui si sono registrate oltre 350 aziende attive in tutti i settori economici, dall’healthcare all’elettronica, all’alimentare.
Il primo Retail’s Big Show è stato allestito nel 1911 dalla National Retail Dry Goods Association. Nel corso degli anni la fisionomia dell’evento è cambiata, mantenendo comunque un profilo elevato, come dimostrano i personaggi a cui è stato affidato il discorso di apertura: tra questi Bill Clinton e Kofi Annan.
Quest'anno, oltre ai seminari e alle presentazioni di business case, è stata allestita un’area Expo: una vera e propria vetrina dedicata alle tecnologie più innovative che ridefiniranno le abitudini di acquisto nel prossimo futuro, piattaforme di e-commerce in grado di proporre ai consumatori esattamente ciò che cercano quando lo desiderano; tecnologie smart che mettono in rete tutti i prodotti in vendita nelle grandi catene di elettronica; sistemi innovativi che integrano le opportunità di acquisto online e offline.
Tra i focus tematici, si è discusso di come ottimizzare l’esperienza del cliente attraverso molteplici canali di vendita (oggi i consumatori utilizzano in media 2,6 dispositivi diversi nelle loro decisioni d’acquisto); come sfruttare le potenzialità dell’Internet of Thing per aumentare le conversioni; come coinvolgere il cliente attraverso siti web e social network, per migliorare e personalizzare l’esperienza in negozio.
Da questa, come dalle precedenti edizioni, ci si aspettava che il focus fosse il digital, invece, inaspettatamente, il messaggio che ne è venuto fuori è stato inatteso e provocatorio: ʿBrick is the new blackʾ, il punto vendita è il nuovo nero, cioè fa tendenza. Dopo anni di annunci e previsioni sull’inarrestabile ascesa dell’ecommerce, emblema della modernità, adesso il simbolo del futuro sarebbe addirittura il ritorno al negozio fisico. O quantomeno una riabilitazione del suo ruolo centrale. Il primo a sostenerlo, durante la conferenza di apertura della kermesse, è stato Bill Simon, ex numero uno di Walmart Usa, che nel suo intervento, ha descritto il commercio elettronico come un’evoluzione hi-tech dei cataloghi cartacei, già arrivata vicina al punto di saturazione, considerato che nell’ultimo biennio buona parte della crescita di questo canale sarebbe derivata dall’interazione con gli store fisici. Il vero limite dello shopping online, quindi, sarebbe la mancanza di quel contatto sensoriale ed emotivo, che invece si ottiene solo con la vendita al dettaglio. Un’opinione, quella di Simon, più volte ripresa anche durante gli altri interventi, proprio a rimarcare l’esigenza di investire su un approccio multitasking, in grado di combinare al meglio tutte le potenzialità e, in particolare, valorizzare i plus dei supermercati tradizionali tramite la tecnologia. Il riferimento al click & collect, insomma, non appare più di tanto velato, così come l’indicazione di puntare sulle app in grado di facilitare e rendere più appagante la shopping experience. Purché avvenga in negozio.