Il supermercato del futuro, quello che si potrà visitare ad Expo 2015, lo aveva presentato alla stampa l'ex presidente di Coop Italia, Vincenzo Tassinari. "Sarà tecnologico ed ecosostenibile - aveva esordito - e i prodotti saranno divisi per regione di provenienza, modalità di coltivazione o in base al numero di calorie. Tutte le informazioni saranno in evidenza su monitor touch screen all’insegna della trasparenza. Anche la struttura sarà concepita nel rispetto dell’ambiente: dalla scelta di materiali riciclabili fino all’energia rinnovabile con l’obiettivo di raggiungere l’autosufficienza energetica"
Per la Coop il Future Food District vuole essere un esperimento e incarnare uno dei possibili scenari futuri del retail. È composto da un vero e proprio supermercato - non un laboratorio -, dove chi vorrà vivrà una reale esperienza d’acquisto (ovviamente diversa da quella a cui si è abituati) e dall’Exhibition Area, una struttura polivalente che si proietta verso un orizzonte ancora più lontano. Una sfida che punta in alto ma che ha i piedi ben piantati per terra: innovazione e cooperazione qui viaggiano insieme. Infatti, se lo studio Carlo Ratti Associati ha ideato, su una superficie di 2.500 mq, un luogo di incontro e scambio fra produttori e consumatori in cui le barriere verticali lasceranno il posto a un paesaggio orizzontale che favorisce le interazioni, un rimando ai mercati delle origini, internamente il layout dispositivo è suddiviso in cinque vie dedicate ad altrettante filiere. L’idea nasce in casa Coop prima ancora dell’adesione a Expo Milano 2015 da un contest sull’innovazione cui hanno partecipato 80 dipendenti under 35.
“Il progetto originario datato 2013, chiamato GeoCoop, si basava sull’esperienza diretta di un gruppo di giovani dipendenti che hanno enfatizzato valori cari a Coop quali la trasparenza e la genuinità indispensabili per un atto di acquisto consapevole, necessario oggi ma ancora di più domani. Valori che noi riteniamo essere sempre più condivisi”, spiega Marco Pedroni, presidente di Coop Italia. “Quello che si visiterà non sarà dunque un padiglione ipertecnologizzato dove la tecnologia è fine a se stessa; a noi di Coop interessava andare in una direzione opposta dove la tecnologia è utile, a servizio dell'uomo. Se ad esempio nell’Exhibition Area la visione dei prototipi delle fattorie del mare farà riflettere su un pianeta in cui la terra sarà infinitamente più scarsa di oggi, nel Supermercato le vie delle filiere comunicheranno a colpo d’occhio informazioni sul processo di lavorazione dei prodotti: partendo dai prodotti freschi e freschissimi, via via verso i prodotti a più alto tasso di trasformazione. Su questa griglia reale si innesta l’etichetta aumentata pensata da Carlo Ratti Associati”.
Tutti gli alimenti - un mare di oltre 1500 prodotti realizzati da fornitori in stabilimenti italiani - comunicheranno tutte le informazioni di cui sono depositari e sarà il visitatore a formulare le domande con un semplice gesto della mano. Informazioni aumentate, quali l’idea del consumatore che diventa il protagonista.
Ricordate il signor Palomar di Italo Calvino che, immerso in una fromagerie parigina, ha l’impressione di trovarsi in un museo o in un’enciclopedia? ‘Dietro ogni formaggio c’è un pascolo d’un diverso verde sotto un diverso cielo (…) Questo negozio è un museo: il signor Palomar visitandolo sente, come al Louvre, dietro ogni oggetto esposto la presenza della civiltà che gli ha dato forma e che da esso prende forma’. Ecco, il futuro del mercato – come nel racconto di Calvino – potrebbe partire proprio dalle storie dei prodotti – conferma Carlo Ratti, Direttore del MIT Senseable City Laboratory -. Ogni prodotto, infatti, ha alle spalle un racconto preciso. Oggi queste informazioni arrivano al consumatore in modo frammentato e parziale. In un futuro prossimo, invece, i prodotti stessi potrebbero essere in grado di raccontarci le loro storie. Le informazioni saranno contenute in semplici etichette intelligenti e quindi trasmesse in modo immediato all’utente. Potremo scoprire tutto di una mela: l’albero da cui è stata raccolta o il viaggio che ha compiuto. L’anidride carbonica che ha prodotto o i trattamenti che ha subito – all’insegna di un consumo più informato e consapevole. Inoltre il mondo delle informazioni e della condivisione online - insieme alla crescita della micro-agricoltura urbana - potrebbero trasformare i supermercati in luoghi di scambio aperti a tutti. Immaginate una specie di AirBNB dei prodotti. Proprio nel sito di Expo Milano 2015 ci saranno alcune aree dedicate proprio ai produttori locali, che possono usare il supermercato come un’area di libero scambio. Una trasposizione delle cosiddette dinamiche peer-to-peer – o ‘alla pari’ - emerse negli ultimi anni nel mondo della rete”.
A essere coinvolti in un assortimento che guarda al presente (l’esperienza è reale, non simulata) sono infatti 90 imprese - dalla multinazionale al piccolissimo produttore - che hanno condiviso la mission originaria di Coop, quella che già oggi applica a circa 1.400 dei suoi prodotti a marchio, ovvero raccontare fino dalle origini la storia dei loro prodotti. Questo però non impedisce che il Future Food District (FFD) ospiti prefigurazioni di ciò che mangeremo. L’Exhibition Area dedica uno spazio in collaborazione con la Società Umanitaria di Milano dove si vedranno i primi prodotti commestibili derivanti dalle oltre 1.900 specie di insetti di cui si cibano già oggi circa 2 miliardi di persone; inoltre nella piazza ci saranno prototipi e installazioni volti a esplorare alcune tecnologie innovative in materia di agricoltura urbana e produzione di cibo e energia. Oggi eccezioni domani normalità. È il caso della Vertical Farm realizzata sulla base di un progetto ENEA: due pareti vetrate alte 4 metri e una coltura idroponica su più livelli in grado di produrre per i sei mesi di Expo diversi tipi di ortaggi e del Canopy di alghe, apparentemente una semplice copertura, in realtà una complessa soluzione di acqua e microalghe in grado di produrre biomassa con applicazioni possibili in agro-ambientale. Già dall’esterno, a partire dalla piazza, i visitatori di quest’Area Tematica incontreranno numerosi assaggi di un futuro sostenibile.
La sostenibilità e l’interattività sono, infatti, le basi su cui poggia il Future Food District che, nelle intenzioni di Expo Milano 2015, sarà uno spazio coinvolgente e stimolante in grado di raccontare come le tecnologie di ultima generazione e l’applicazione di know-how e conoscenze d’avanguardia possano contribuire allo sviluppo del tema “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita” e aprire nuove frontiere in campo agroalimentare.
“Il Future Food District - dichiara Giuseppe Sala, Amministratore Delegato di Expo 2015 S.p.A. - è un progetto davvero interessante e innovativo, che proietterà i visitatori in quelli che saranno gli scenari futuri della filiera di produzione degli alimenti e del loro consumo. La ricchezza di suggestioni ed esperienze che quest’area tematica proporrà al pubblico, frutto della collaborazione tra Carlo Ratti del Senseable City Lab del MIT di Boston e Coop, permetterà di sottolineare, una volta di più, l’impegno di Expo Milano 2015 a diffondere una nuova consapevolezza alimentare, evitando eccessi e sprechi. In questo percorso, il Supermercato del futuro di Coop e l’attenzione all’evoluzione in chiave ‘smart’ delle città, proposta da Ratti, rappresentano certamente un valore aggiunto per Expo, arricchendo così la visita di conoscenze e contenuti”.
Uno degli obiettivi del "Future Food District" è quello di far comprendere ai visitatori, in particolare ai giovani, in che modo la filiera alimentare funzionerà nel futuro. Un’ampia gamma di strumenti informatici sarà utilizzata per esplorare la conservazione, la distribuzione, l’acquisto e il consumo alimentare, con particolare attenzione alle scelte individuali di ciascun consumatore e a come queste influenzeranno l’approvvigionamento alimentare privato e commerciale.