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Creato: Venerdì, 13 Novembre 2015 08:32
Nei primi sei mesi del 2015 le imprese del dettaglio alimentare hanno fatto segnare performance leggermente migliori rispetto alla totalità delle imprese del terziario. Tuttavia, i principali indicatori mostrano ancora i segni della lunga crisi, attestandosi su risultati distanti dall'area di espansione economica. E' il risultato principale che emerge dall'Osservatorio congiunturale sulle imprese del commercio al dettaglio dell'alimentazione, realizzato da Fida-Confcommercio in collaborazione con Format Research, e presentato a Roma nel corso di una conferenza stampa organizzata presso la sede nazionale di Confcommercio. Dallo studio emerge un quadro in chiaroscuro: da una parte crescono la fiducia delle imprese, i giudizi degli imprenditori del settore sul livello dei ricavi (aumentati per il 5,3% e invariati per il 48,9%) e il valore medio dello scontrino. Dall'altra, la scia della lunga crisi si fa ancora sentire, come dimostra il fatto che il 63% delle imprese è stato costretto a rinviare investimenti già programmati e quasi un'impresa su due ha dovuto ridurre i propri occupati. Per non parlare del fatto che l'80% ha avvertito un aumento delle tasse sulla propria attività negli ultimi due anni. Sul fronte del credito, migliora la capacità delle imprese di fare fronte al proprio fabbisogno finanziario, anche se è ancora molto limitata la quota di imprese effettivamente finanziate (meno del 10%).
Prampolini Manzini: "imboccata la strada della ripresa, ma serve molto tempo per recuperare il terreno perduto
"Questa ricerca – ha commentato Donatella Prampolini, presidente di Fida-Confcommercio - è la fotografia di un mondo sempre un po' dimenticato che ha superato negli ultimi decenni tantissime difficoltà e che oggi vede la luce in fondo al tunnel ma con il fiato cortissimo". "In sostanza – ha continuato - la strada della ripresa è stata imboccata ma occorre ancora molto tempo prima di recuperare il terreno perduto in questi anni. Tanti imprenditori continuano, infatti, a risentire delle conseguenze della lunga crisi, vedendosi costretti a ridurre il personale o a rinviare gli investimenti, e avvertono ancora tutto il peso del fisco che si conferma un vero e proprio fattore di ostacolo alla crescita". Oltre a ridurre il peso del fisco, occorre operare sul versante del credito, "ancora molto rigido", e snellire la burocrazia, "insostenibile". Perché, ha concluso la presidente della Fida, "fare impresa in Italia è un'impresa, ma non ci stanchiamo di migliorarci".