La Federazione nazionale parafarmacie italiane, che si batte per difendere i diritti dei farmacisti titolari o dipendenti della parafarmacia, ha deciso di scendere in prima linea, a fianco di Conad, sostenendo l’iniziativa Liberalizziamoci affinché la liberalizzazione del mercato sia estesa ai farmaci di fascia C.
Il progetto promosso da Conad ha l’obiettivo di sensibilizzare i cittadini e raccogliere firme per una petizione indirizzata al presidente del Consiglio dei ministri Matteo Renzi, al ministro della Sanità Beatrice Lorenzin e a quello dello Sviluppo economico Federica Guidi affinché la vendita dei farmaci di fascia C sia allargata alle parafarmacie.
La decisione è stata presa in un incontro avvenuto giovedì 5 novembre tra il presidente della Federazione nazionale parafarmacie italiane Davide Gullotta e l’amministratore delegato di Conad Francesco Pugliese.
«Vogliamo che siano riconosciuti la dignità e i diritti della professione che i farmacisti svolgono nelle parafarmacie», sostiene il presidente della Federazione nazionale parafarmacie italiane Davide Gullotta. «I nostri farmacisti sono iscritti allo stesso Albo professionale, hanno conseguito la stessa laurea, hanno uguale ruolo e competenze rispetto a coloro che lavorano nelle farmacie. Conad è un alleato importante, perché ha la giusta sensibilità e ottime motivazioni per assicurare ai cittadini un valido presidio sanitario e un’ulteriore possibilità di risparmiare sull’acquisto dei farmaci, fruendo della competenza e professionalità di farmacisti ai quali nulla manca rispetto a chi opera in farmacia».
«I cittadini hanno diritto a poter risparmiare e Conad, da anni, promuove e sostiene ogni possibilità che vada nella direzione di creare vantaggi per loro», sottolinea l’amministratore delegato Conad Francesco Pugliese. «Le farmacie cercano di mantenere i loro privilegi di casta ed economici, ignorando che la concorrenza è, prima di tutto, un interesse del cittadino. Allargare la vendita dei farmaci di fascia C alle parafarmacie è un segno di civiltà. Questa, come altre mancate liberalizzazioni, pesa soprattutto nelle tasche di tanti italiani ancora alle prese con bilanci familiari difficili da far quadrare. Per dispensare salute serve un farmacista e non delle mura. I farmacisti delle parafarmacie sono qualificati come e più di quelli delle farmacie per il ruolo che svolgono».
Conad ha in attività 100 parafarmacie in cui operano 400 farmacisti e tra le ragioni che l’hanno spinto a promuovere l’iniziativa – ha già raccolto diverse migliaia di firme nel sito www.liberalizziamoci.it – ci sono proprio la valorizzazione e il riconoscimento del ruolo professionale di farmacisti che operano nella parafarmacie, oltre a creare nuova concorrenza in un mercato, quello dei farmaci di fascia C, che vale 2,9 milioni di euro e che, se liberalizzato, farebbe risparmiare ai cittadini una cifra tra i 500 e i 900 milioni di euro.
Sulla rimozione delle barriere all’ingresso sul mercato e all’esercizio dell’attività imprenditoriale si è espresso anche il ministro Guidi nell’audizione alla Commissione Industria del Senato sul Ddl Concorrenza, mentre il presidente dell’Antitrust Giovanni Pitruzzella ha sottolineato nella propria audizione che “la liberalizzazione della vendita dei farmaci di fascia C costituisce una misura che consentirebbe un incremento delle dinamiche concorrenziali nella fase distributiva di tali prodotti, con indubbi benefici per i consumatori anche in termini di ampliamento della ‘copertura distributiva’, non più rappresentata dalle sole farmacie, ma arricchita dai punti vendita della grande distribuzione o dalle parafarmacie presenti nel territorio”.
L’attuale Ddl in discussione al Senato – condiviso e sostenuto dalle potenti lobby delle multinazionali del farmaco – presenta alcuni aspetti pericolosi quali l’ingresso del capitale nelle farmacie, eventualità che consegnerebbe di fatto la proprietà nelle mani di alcuni grandi gruppi della distribuzione del farmaco dando vita a nuovi possibili monopoli in un comparto delicato qual è la dispensazione dei farmaci.
Stupisce, perciò, il silenzio dei farmacisti di fronte ad un elemento che di fatto sconfessa quanto da anni sostengono, ovvero che la farmacia, nell’ambito del SSN, è il presidio socio sanitario a servizio dei cittadini e uno dei centri preposti all’assistenza sanitaria di base, con uno specifico riferimento alle prestazioni farmaceutiche.