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Fiere di Parma va all'estero

Manifestazioni core , alleanze internazionali e utilizzo degli incentivi alle energie rinnovabili. La formula del rilancio di Fiere di Parma è scritta così. Il 2012 ha visto compiersi il ridisegno della società, con un bilancio chiuso a 32,4 milioni di ricavi (il 95% fatto con marchi di proprietà), ebitda a 7,3 milioni, utile ante imposte superiore a 2 milioni. Il cambiamento è frutto di sostanziosi investimenti (visti i tempi magri del real estate ) per rinnovare completamente il quartiere fieristico, 450 mila metri quadrati di cui 130 mila coperti. In tutto 60 milioni, il cui recupero è garantito quasi totalmente dai ricavi generati dall'impianto fotovoltaico sui tetti dei nuovi padiglioni. Ed ora Parma volge lo sguardo a nuovi patti di collaborazione. L'ad Antonio Cellie anticipa che dopo le partnership firmata con organizzatori leader in Italia (Senaf) e nel mondo (Messe Frankfurt e Koln Messe) sta per essere siglato un nuovo accordo internazionale. Il modello di espansione oltre confine di Parma sta tutto nelle alleanze. In collaborazione con Francoforte Fiere di Parma ospita la rassegna dedicata alle tecnologie dell'automazione elettrica, sistemi e componenti, Sps Ipc Drive Italia. Mentre con Anuga-Fiera di Colonia (la più importante manifestazione del retail e food service) in primavera ci sarà "Thaifex" (a Bangkok, dal 22 al 26 maggio) un'esposizione collettiva in cobranding Anuga-Cibus alla quale parteciperanno circa 1000 espositori. "Il nostro modello di business è questo spiega Cellie - all'estero anziché inventarci fiere nuove usiamo le nostre alleanze mettendole a disposizione degli espositori. Così si colgono opportunità sui mercati internazionali nel breve periodo. Noi riteniamo di essere come un aeroporto low cost: mettiamo a disposizione il nostro quartiere fieristico, le nostre competenze per facilitare il business". E nello specifico facilitare gli affari alle aziende significa anche riuscire a focalizzarsi su un determinato segmento. Il sillogismo: "poca diversificazione settoriale - maggior rischio" non vale secondo Cellie per la sua fiera. Essere posizionati su un settore (per Parma vale il caso del food con il salone dell'alimentazione Cibus che pesa il 40% dei ricavi) non è considerato una debolezza. Anche se Milano con la sua TuttoFood sta tentando un posizionamento in questo settore: "Milano fa bene a fare una manifestazione sull'alimentare anche in vista dell'Expo 2015 - ribatte Cellie - ma il confronto con noi non c'è". Pure Parma pensa all'Expo 2015 ed al doppio appuntamento del 2014, dove ci sarà l'accoppiata Cibus (la rassegna si fa ogni due anni) e Cibus Tec (fiera triennale dedicata alle tecnologie per la produzione, il packaging e la logistica dell'industria alimentare). E lo fa preparando un forum sulla specificità del modello alimentare italiano e sugli scenari dei mercati esteri, insieme a Confindustria Federalimentare e con la collaborazione del gruppo Food. L'evento si chiama Cibus Global Forum, il 16 e 17 maggio 2013. fonte: repubblica.it